3 gennaio 2020

Ode alla sedia – Pablo Neruda

dipinto di Kenton Nelson
Ode alla sedia – Pablo Neruda

Una sedia nella selva:
sotto le liane dure
scricchiola un tronco sacro,
sale un rampicante,
ululano nell’ombra
bestie insanguinate,
dal cielo verde cadono grandi foglie,
suonano i sonagli
secchi del serpente,
come una freccia contro una bandiera
attraversò un uccello il fogliame,
i rami alzarono i loro violini,
pregano immobili
gli insetti
seduti sui loro fiori,
si affondano i piedi
nel
sargasso nero
della selva marina,
nelle nuvole calde della selva,
e soltanto chiedo
per lo straniero,
per l’esploratore disperato
una sedia
nell’albero delle sedie,
un trono
di felpa scompigliata,
il velluto di una poltrona profonda
tarlato dai rampicanti.
Si,
una sedia,
la sedia
che ama l’universo
per l’uomo che cammina,
la fondazione
sicura,
la dignità
suprema
del riposo!

Dietro tigri assetate,
folla di mosche sanguinarie,
dietro il nero spessore
di fantasmatiche foglie,
dietro acque spesse,
foglie ferruginose,
sempiterni serpenti,
in mezzo
ai tuoni,
una sedia,
una sedia
per me, per tutti,
una sedia non soltanto
per sollievo
del corpo affaticato,
ma
per tutto
e per tutti,
per la forza perduta
e per il pensiero.

La guerra è larga come selva oscura.
La pace
comincia
in
una sola
sedia.

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