3 gennaio 2020

da Un amore – Dino Buzzati

da Un amore – Dino Buzzati

La signora Ermelina stava al sesto piano di una grande casa nelle vicinanze di piazza Missori. L’ascensore era di quelli che la porta si apre automaticamente da sola ma alle volte si chiude inaspettatamente. Una volta Dorigo ci era rimasto preso dentro, per un istante la paura di venir schiacciato come una noce, ma in realtà la pressione delle due valve non era eccessiva.
Sulla porta non c’era la targhetta col nome. Il grande corridoio pavimentato di marmo era deserto. Ma non si poteva sbagliare la porta appunto per la mancanza della targhetta, tutte le altre invece l’avevano.
C’era la vaga impazienza, se non l’emozione, di questi casi. Che ragazza sarebbe stata? Era la cosa più facile del mondo – Dorigo lo sapeva – demolire il costrutto di incontri del genere. Che gusto c’è ad avere una donna quando si sa che lei lo fa esclusivamente per soldi? Che soddisfazione poteva avere l’uomo, a parte quella esclusivamente fisica, così rapida e in fondo così discutibile? La vecchia obiezione.
Eppure la soddisfazione c’era. E grandissima. Quasi inverosimile anzi. Non già per gli esercizi carnali, più o meno raffinati. Era tutto quello che li precedeva a rendere la cosa stupenda.

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