4 luglio 2020

Meno che mai – Dominique Grandmont



René Magritte - La tomba dei lottatori, 1960
Meno che mai – Dominique Grandmont

Chiusa l’equazione si apre
quando il cuore non tradisce
che l’ebbrezza delle strade

oppure un giuramento contro una falesia
quale riverbero da noi condiviso
tra il caso e il destino

ma più lontano della caduta
dove il più bello degli alberi
strappa l’oro dei suoi viaggi

e l’ombra una scrittura
dove l’immagine è questa parola
ripresa dalla sua fuga

quando l’oblio mercenario
eclissa la luce
che ingiallisce delle sue lettere

né la sfilata di alcuna prova
sul tapis roulant dei gesti
fuoriusciva azzurrata dallo schermo

nel cinema di una strada
se non per trasformare l’avvenire
in un presente impossibile

più vero di un altro in cui il suicidio
sarebbe smarrirsi per attendere niente
se non dove non importa né come

in un angolo di muro oppure così tardi
che trasportati dal primo treno
sulle ali dell’esistenza

sono trovati da ciò che trovano
nuvole specchi esplosi
dove si scrive l’esatta legenda

della loro solitudine innumerevole
quando per dormire rimpiazzano
col pugno il loro viso

oppure si danno un colpo di pettine
nel retrovisore di una macchina
voltando la schiena all’eternità

poiché sarebbero là per sempre
quello che si alza inciampando
prima di affilare il suo cervello

sul bordo del marciapiede o quella
sotto il mosaico delle foglie
che si appoggia al muro per camminare

per André Velter
15 maggio 2016


Traduzione di Enzo Lamartora
“Poesia” n. 335, marzo 2018. Crocetti Editore

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