5 luglio 2020

Se non ora, quando? – Primo Levi



Se non ora, quando? – Primo Levi

Il rabbino lo rimproverò, ma lui disse che quel cinghiale ruminava, e perciò era kòscher. «Sciocchezze, i cinghiali non ruminano,» disse il rabbino. «Non ruminano in generale, ma quello invece sì. Ruminava in particolare: ruminava come un bue,» disse l’ebreo; e siccome il cinghiale non c’era più, il rabbino dovette stare zitto.
– Al mio paese, – disse un’altra voce, – c’era un ebreo che si è fatto battezzare quattordici volte.
– Perché? Non bastava una sola volta?
– Certo bastava, ma a lui piaceva la cerimonia.
Si udì qualcuno scatarrare e sputare, e poi una terza voce disse: – Al mio paese c’era un ebreo che si ubriacava.
– Beh, che cosa c’è di strano? – rispose un altro.
– Niente. Non ho mica detto che fosse una cosa strana, ma stasera è strano raccontare cose non strane, dal momento che tutti raccontano cose strane.
– Al mio paese… – cominciò Isidor; una voce di donna lo interruppe: – Basta, adesso; dormi, che è tardi –, Ma Isidor continuò: – Al mio paese c’era una donna che aveva visto il diavolo. Si chiamava Andùschas, aveva la forma di un unicorno, e suonava.
– Cosa suonava?
– Suonava il corno.
– Ma come faceva, se ce lo aveva sulla fronte?
– Non lo so, – disse Isidor, – non le ho chiesto.
Una voce profonda sbadigliò dall’alto: – Fate silenzio, adesso. è ora di dormire, abbiamo camminato tanto. Dobbiamo riposarci. Anche il Signore ci ha messo sei giorni per creare il mondo, e il settimo si è riposato.
Rispose Gedeale: – Si è riposato, e ha detto «Speriamo che funzioni».
Si udì ancora nel buio la voce esile di Ròkhele Bianca, che mormorava la preghiera della sera, «Nella tua mano affido il mio spirito», e la benedizione «Il Misericordioso spezzi il giogo che ci opprime, e ci riconduca a fronte alta nella nostra terra»; poi fu silenzio.

Nessun commento:

Posta un commento