11 giugno 2015

Federico Garcia Lorca - Quatto ballate in giallo

Federico Garcia Lorca - Quatto ballate in giallo

I
Sull'alto di quel monte
c'è un alberino verde.
Pastore che vai,
pastore che vieni.
Uliveti sonnolenti
calano al piano ardente.
Pastore che vai,
pastore che vieni.
Bianche pecore non hai,
né cane né vincastro né amore.
Pastore che vai.
Come un'ombra dorata
ti dissolvi nel grano.
Pastore che vieni.


II
Era la terra gialla.
Linello, linello,
pastorello.
Né luna bianca
né stella lucevano.
Linello, linello,
pastorello.
Bruna vendemmiatrice
taglia il pianto della vigna.
Linello, linello,
pastorello.


III
Due buoi rossi
sul campo d'oro.
I buoi han ritmo
d'antiche campane
e occhi d'uccello.
Nati per le mattine
di nebbia, eppure
forano l'arancia
dell'aria, nell'estate.
Vecchi dalla nascita
non hanno padrone
e ricordano l'ali
dei loro fianchi.
I buoi
sempre vanno sospirando
sopra i campi di Ruth
in cerca del guado,
dell'eterno guado,
ubbriachi di stelle
a ruminarsi le lacrime.
Due buoi rossi
sul campo d'oro.


IV
Sul cielo
delle margherite cammino.
Immagino questa sera
d'essere un santo.
Mi misero la luna
nelle mani.
Io la riposi di nuovo
negli spazi
e il Signore mi premiò
con la rosa ed il nimbo.
Sul cielo
delle margherite cammino.
Ed ora me ne vado
per questi campi
a difender le ragazze
dai giovanotti cattivi
e a dare monete d'oro
a tutti i fanciulli.
Sul cielo
delle margherite cammino.

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