17 novembre 2016

Paul Verlaine - Ouverture

opera di Pascal Chove

Paul Verlaine - Ouverture

Tra le vostre cosce e natiche voglio perdermi,
puttane, del sole vero Dio sacerdotesse vere,
bellezze mature e no, novizie e professe,
ho! nelle vostre fessure, nelle pieghe vivere!

I vostri piedi splendidi, sempre vanno all'amante,
con l'amante ritornano, riposano soltanto
a letto nell'amore, poi gentilmente sfiorano
i piedi dell'amante ranicchiato stanco e ansante.

Serrati, profumati, baciati, leccati dalla pianta
alle dita, succhiate una ad una,
fino alle caviglie, fino ai laghi delle lenti vene,
più belli di quelli di eroi e apostoli!

Quanto mi piace la vostra bocca e i suoi giochi graziosi,
di lingua e di labbra e di denti,
che mordicchiano la lingua e talvolta anche meglio,
quasi altrettanto gentile che metterlo dentro;

E i vostri seni, duplice monte d'orgoglio e lussuria,
tra i quali il mio orgoglio virile a volte si solleva
per gonfiarsi a suo agio e strofinarci la capoccia:
come cinghiale nelle valli del Parnaso e del Pindo.

E le vostre braccia! Adoro anche le braccia cosi belle e bianche,
tenere e dure, molli, nervose quanto serve,
e belle e bianche come i vostri culi, e altrettanto eccitanti;
calde durante l'amore, e poi fresche come tombe.

E le mani in fondo a quelle braccia, ch'io possa mangiarle!
La carezza e la pigrizia le hanno benedette,
rianimatrici del glande rattrappito e schivo,
masturbatrici dalle infinite cure!

Ma tutto questo è niente, Puttane, al confronto
dei vostri culi e delle fiche la cui vista e il gusto e l'odore
e il tatto fanno dei vostri devoti degli eletti,
tabernacoli e Santi dell'impudicizia.

Percio', sorelle, tra le vostre cosce e tra le vostre natiche
voglio perdermi tutto, solo compagne vere,
bellezze mature o no, novizie o professe,
e nelle vostre fessure, nelle vostre pieghe, vivere!

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