16 novembre 2016

Poesie Erotiche XI - Pablo Neruda

 opera di Pascal Chove
Poesie Erotiche XI - Pablo Neruda



Sete di te che mi incalza nelle notti affamate.
Tremante mano rossa che si alza fino alla sua vita.
Ebbra di sete, folle sete, sete di selva in siccità.
Sete di metallo infuocato, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, aspettandoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi diede al mondo pieno di domande acute.
Tu rispondi a tutte. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cade sul mare che incrociamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Che ci sia una terra mia che non copra la tua impronta.
Senza i tuoi occhi pellegrini, nella notte, verso dove.
Per quello sei la sete e ciò che deve placarla.
Come posso non amarti se devo amarti per quello.
Se quella è la gomena, come posso tagliarla, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
Sete di te che nella notte mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, per questo ci sono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, per questo ci sono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braci che ti amano.
Il corpo incendio vivo che deve bruciare il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
In essa si annienta come l'acqua nel fuoco.

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