Andrew Wyeth - Wind from the Sea
De senectude
– Jaime de Gil Biedma
Non è il
mio, questo tempo.
E pur se così mio è questo palpitare di uccelli,
di fuori nel giardino,
la sua profusione in foglie piccole, che mi rimescolano
come intimazioni
non dice più le stesse cose.
Mi sveglio
come chi sente un respirare
osceno. E’ che fa giorno.
Fa un nuovo giorno che non sarò invitato
neppure a un attimo felice. Neppure a un pentimento
che per non essere antico
-ah, Seigneur, donnez moi la force et le courage!-
m’inviti davvero a pentirmi
con qualche avanzo di sincerità.
E nulla temo più delle mie cure.
La vita la ricordo, ma dov’è
E pur se così mio è questo palpitare di uccelli,
di fuori nel giardino,
la sua profusione in foglie piccole, che mi rimescolano
come intimazioni
non dice più le stesse cose.
Mi sveglio
come chi sente un respirare
osceno. E’ che fa giorno.
Fa un nuovo giorno che non sarò invitato
neppure a un attimo felice. Neppure a un pentimento
che per non essere antico
-ah, Seigneur, donnez moi la force et le courage!-
m’inviti davvero a pentirmi
con qualche avanzo di sincerità.
E nulla temo più delle mie cure.
La vita la ricordo, ma dov’è
Traduzione
di Mariapia Lamberti. Poesia febbraio 1993, n. 59, Crocetti Editore
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