Domenico Guidobono - Diana
da Inno ad Artemide – Callimaco
(…)
Chi
mi è amico sincero faccia parte
di
costoro, o divina, e possa anch'io
esser
tale, signora, e avere a cuore
il
canto sempre: in esso vi saranno
le
nozze di Letò, vi sarai tu,
con
gran rilievo e Apollo e le tue imprese,
nessuna
esclusa, e i cani e gli archi e il carro
che
senza sforzo, splendida, ti porta
quando
a casa di Zeus tu lo dirigi.
Lì
nel vestibolo Ermes Acachesio
ti
viene incontro a prendere le armi
ed
Apollo la preda che tu porti,
qualunque
sia - così accadeva un tempo
quando
non era giunto il forte Alcide -.
Ora
non ha più Febo questo cómpito
in
tal modo sta sempre sulla porta
l'incudine
tirintia, nell'
attesa
che
tu giunga, portando da mangiare
qualche
ricco boccone. Alle sue spalle
a
non finire tutti gli dèi ridono
e
la suocera più di tutti gli altri,
quando
un toro grandissimo o un cinghiale
che
si dibatte, carico di forza,
per
le zampe di dietro trae dal carro.
E
con questo discorso interessato
ti
dà istruzioni, dea: Colpisci
bestie
che
fanno danni, in modo che i mortali
ti
invochino in aiuto, come me;
lascia
cerbiatti e lepri a pascolare
sulle
montagne. Cosa fanno mai
cerbiatti
e lepri? Guastano i cinghiali
i
seminati, gli alberi i cinghiali
ed
anche i buoi sono un malanno grave
per
gli uomini: colpisci pure questi.
Così
dicendo intorno alla gran bestia
si
dà da fare con sveltezza; infatti,
quando
il suo corpo fu divinizzato
sotto
la quercia frigia, egli non smise
di
essere vorace; ha sempre il ventre
per
cui una volta contro Teiodamante,
che
stava arando, suscitò una lite.
Le
ninfe dell'Amnìso per te strigliano
le
cerve liberate dalle cinghie
e
danno loro in pasto in abbondanza
il
trifoglio di crescita veloce
che
hanno raccolto dal giardino di Era
-
i cavalli di Zeus pure ne mangiano -,
colmano
d'acqua i recipienti d'oro
perché
abbiano le cerve acqua gradevole.
Alla
casa del padre ti dirigi:
t'invitano
egualmente al loro seggio
tutti
gli dèi: tu siedi presso Apollo.
(…)
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