19 novembre 2017

Aimee Nezhukumatathil - Origine della via lattea

Jacopo Robusti (il Tintoretto) - L'Origine della Via Lattea, 1575-1580, olio su tela. National Gallery, Londra.
Aimee Nezhukumatathil - Origine della via lattea
dal dipinto con lo stesso nome di Tintoretto, 1564.


Nel celeste boudoir della regina Era, il dio Ermes tenta,
lei dormiente, di spillarne il latte nella bocca del neonato Ercole.
Naturalmente, come succede sempre in questi miti,

accade un imprevisto: il latte schizza via

verso un cielo indaco, incendiandosi in piccole fiammelle
che gli dei, più tardi, coglieranno e disporranno

come fa un gioielliere con le sue pietre splendenti
sul velluto, ad un angolo così perfetto che la luce

fa dire a una donna ti prego, amore, prendimi questo.

Non riesco a distogliere lo sguardo dall’angolo a destra
del dipinto, e mi torna in mente l’uomo
che mi manca, lontano cinquecento miglia. Una coppia

di pavoni sta accoccolata su un cuscino regale – il maschio
osserva attento la fonte di luce che esce dal seno della regina.
Un cherubino incombe sugli uccelli, pronto con la rete

a rapire i favoriti di Era se lei fa tanto di
ribellarsi. I pavoni dovrebbero accorgersi del pericolo,
ma non è così: lui è intento, e la femmina si volta di lato

come se fosse già stanca, o infastidita da quello splendore.

Segretamente vorrei che fossero catturati, messi in un sacco insieme
per farli guardare ancora dalla stessa parte, piegare il collo

vicini a progettare la fuga, giurando di tornare al loro salice –
le sue fronde come una trina, così basse da toccare terra.

traduzione di Andrea Sirotti

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