26 novembre 2017

Uccello – Gregory Corso

Paolo Uccello - La battaglia di San Romano
Uccello – Gregory Corso

Non moriranno mai sul quel campo di battaglia
né l’ombra dei lupi chiamerà a raccolta le sue orde come spose
di grano su tutti gli orizzonti attendono di
consumare la fine della battaglia.
Non ci saranno morti a tendere il loro ventre fiacco
né cumulo di cavalli rigidi a scheggiare di rosso i loro occhi
lucenti
o anticipare il loro pasto di morte.
Preferirebbero morire di fame con lingue impazzite
che credere che su quel campo nessun uomo muore.
Non moriranno mai quelli che combattono così abbracciati
fiato a fiato occhio che conosce occhio impossibile morire
o muoversi nessuna luce che s’infiltri nessun braccio sfracellato
nient’altro che cavalli che ansimano a gara scudo brillante sopra
scudo tutti resi fulgenti dal sottile raggio di un occhio sotto un elmo
ah com’è difficile cadere tra quelle lance intrecciate.
E quei vessilli! irati come per scagliare le insegne attraverso
quel vuoto di cielo.
Si direbbe ch’egli dipingesse le sue schiere presso i fiumi
più freddi
hanno file di ferrei teschi lampeggianti nel buio.
Si direbbe impossibile che un qualsiasi uomo muoia
in bocca d’ogni combattente è un castello di canti
ogni pugno di ferro un gong sognante mazza che riecheggia mazza
come grida dorate
quanto vorrei unirmi a tale battaglia!
un uomo d’argento su un cavallo nero con rosso stendardo e
lancia striata per mai morire ma essere eterno
un principe d’oro di una guerra dipinta.

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