13 gennaio 2019

Il sogno di Maria - Fabrizio De André

Vignetta di Mauro Biani per "il manifesto". 13.1.2019
 Il sogno di Maria - Fabrizio De André
 
Nel Grembo umido scuro del tempio
l'ombra era fredda gonfia d'incenso
l'angelo scese come ogni sera
ad insegnarmi una nuova preghiera
poi d'improvviso mi scolse le mani
e le mie braccia divennero ali
quando mi chiese "conosci l'estate?"
io per un giorno per un momento
corsi a vedere il colore del vento
Volammo davvero sopra le case
oltre i cancelli gli orti le strade
poi scivolammo tra valli fiorite
dove all'ulivo si abbraccia la vite
scendemmo là dove il giorno si perde
a cercarsi da solo nascosto tra il verde
e lui parlò come quando si prega
ed alla fine d'ogni preghiera
contava una vertebra della mia schiena
Le ombre lunghe dei sacerdoti
costrinsero il sogno in cerchio di voci
con le ali di prima pensai di scappare
ma il braccio era nudo e non seppe volare
poi vidi l'angelo mutarsi in cometa
e i volti severi divennero pietra
le loro braccia profili di rami
nei gesti immobili d'un altra vita
foglie le mani spine le dita
Voci di strada rumori di gente
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente
sbiadì l'immagine stinse il colore
ma l'eco lontana di brevi parole
ripeteva d'un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno ma sonno non era
"lo chiameranno figlio di Dio"
parole confuse nella mia mente
svanite in un sogno ma impresse nel ventre
E la parola ormai sfinita
si sciolse in pianto
ma la paura dalle labbra
si raccolse negli occhi
semichiusi nel gesto
d'una quiete apparente
che si consuma nell'attesa
d'uno sguardo indulgente
E tu piano posasti le dita
all'orlo della sua fronte
i vecchi quando accarezzano
hanno il timore di far troppo forte
 
Compositori: Gian Piero Reverberi / Fabrizio de Andre

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