1 gennaio 2018

da Benito Cereno - Herman Melville

da Benito Cereno - Herman Melville

 Nell'anno 1799 il capitano Amasa Delano di Duxbury nel Massachusetts al comando di un grosso mercantile attrezzato anche per la caccia alle foche era all'ancora con un carico prezioso nella baia di Santa Maria un'isoletta deserta e disabitata verso l'estremità meridionale della lunga costa delCile. Aveva fatto scalo per rifornirsi d'acqua.
Il secondo giorno poco dopo l'alba mentre era sdraiato nella sua cuccettail primo ufficiale scese a informarlo che una vela sconosciuta stava entrando nella baia. In quelle acque le navi non erano allora numerose come lo sono adesso. Il capitano si alzòsi vestì e raggiunse il ponte.
Era un mattino tipico di quella costa. Tutto era silenzioso e calmo; tutto grigio. Il mare pur solcato da lunghi flutti rigonfi pareva immobile e in superficie era liscio come una colata di piombo raffreddatasi e solidificata nella forma del fonditore. Il cielo era un manto grigio. Vorticanti stormi di irrequieti uccelli grigi simili alle vorticanti spire dei vapori grigi ai quali si mescolavano rasentavano le acque guizzando come rondini sopra i campi prima del temporale: ombre presenti adombranti ombre future più dense.
Con sorpresa di capitan Delano la nave sconosciuta vista al cannocchiale non mostrava la bandiera sebbene fra i pacifici uomini di mare di ogni nazione fosse costume alzarla nell'entrare in un porto dove per quanto fossero disabitate le coste si trovasse all'ancora anche una sola nave. In quel luogo solitario e remoto dalle leggi considerate le storie che circolavano allora su quei mari la sorpresa di capitan Delano avrebbe potuto intensificarsi fino a diventare inquietudine se non fosse stato una persona bonaria particolarmente fiduciosa poco propensa - se non sotto stimoli straordinari e ripetuti e anche allora con riluttanza - a indulgere in allarmismi che in qualche modo portassero ad accusare l'uomo di malvagità e cattiveria. Se poi visto quello di cui è capace l'uomo questo tratto del carattere indichi oltre alla benevolenza del cuore una prontezza e finezza di percezione intellettuale maggiori dell'ordinario è decisione da lasciare ai saggi.
Ma tutti o quasi gli uomini di mare avrebbero tacitato l'apprensione sorta alprimo avvistamento della nave sconosciuta osservando che questa nell'entrare in porto rasentava troppo dappresso la terra: a prora infatti si individuava una scogliera sommersa. Particolare che dimostrava come il vascello fosse davvero sconosciuto non soltanto al mercantile cacciatore di foche ma anche all'isola e di conseguenza non poteva essere una nave che praticava la pirateria in quell'oceano. Con non poco interesse capitan Delano rimase ad osservarla cosa niente affatto facile tra i vapori che in parte avvolgevano lo scafo attraversati dalla luce remota del fanale della cabina di poppa che filtrava in modo alquanto ambiguo; così simile ai raggi del sole che ormai già semisferico sulla linea dell'orizzonte pareva procedere nella baia di pari passo con la nave sconosciuta mentre striato dalle stesse nuvole basse striscianti non era diverso dall'unico occhio sinistro di un'intrigante di Limache sbircia la Plaza dal pertugio indiano della sua ombrosa saya-y-manto. Forse la causa era dei vapori ingannevoli ma a forza di guardare la nave sconosciuta sempre più strane apparivano le sue manovre. Ben presto parve difficile stabilire se intendesse entrare oppure no che cosa volesse o che cosa si prefiggesse. Il vento che durante la notte si era un po' rinforzato adesso era molto lieve e incostante con la conseguenza che faceva apparire ancora più incerti i movimenti della nave.
Concludendo alla fine che forse si trattava di una nave in difficoltà capitan Delano diede ordine di calare la baleniera e contro le accorte obiezioni del primo ufficiale si preparò a salire a bordo almeno per pilotarla in porto.
Nella notte un gruppo di marinai si era allontanato per andare a pescare fino a certi scogli lontan non visibili dal mercantilee aveva fatto ritorno un paio d'ore prima dell'alba con un bel carico. Immaginando che la nave sconosciuta fosse rimasta a lungo in alto mareil buon capitano caricati sulla baleniera parecchi cesti di pesce da offrire in dono si avviò. Vedendo che la nave continuava ad avvicinarsi agli scogli sommersi e ritenendola in pericolo si rivolse ai suoi uomini per indurli ad affrettarsi ad avvertire quelli a bordo. Maprima che s'avvicinasse la baleniera il vento pur lieve cambiò di direzione spingendo la nave al largo e dissipando i vapori chel'avvolgevano.
Nell'osservarla più da vicino la nave chiaramente visibile sulla cresta delle plumbee onde lunghe con brandelli di nebbia che qui e lì l'avvolgevano come un vello cencioso sembrava un bianco monastero abbarbicato su qualche fosco picco dei Pirenei subito dopo un temporale. Ma non era soltanto una fantasiosa somiglianza a indurre per un attimo capitan Delano a pensare di trovarsi di fronte nientemeno che a uncarico di monaci. Nella nebbiosa distanza pareva davvero che oltre le murate ci fosse uno stuolo di monaci neri mentre a tratti attraverso i portelli apertisi intravedeva un brulichio di altre figure nere simili a frati domenicani a passeggio nel chiostro.
(…)

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