dipinto di Kenne Gregoire
35 a.C. - La cena di Orazio
Q. Orazio Flacco (65 a. C. - 8 a.C.) nella satira VI del I Libro, al v.
115 dopo aver rinfacciato al pretore Tiburto che non può muoversi per
le vie di Tivoli se non ha al seguito cinque servi, gli dice:
“Per questo e per molte altre cose, o preclaro senatore, io vivo molto più comodamente di te. Io mi reco da solo dove mi piace. Chiedo quanto costi l’insalata e il farro. E sulla sera vago per il circo pieno di imbroglioni. O spesso, per il foro, mi fermo dinanzi agli indovini. Inde domum me ad porri et ciceris refero laganique catinum.
E poi me ne ritorno a casa, alla mia cena e alla mia scodella piena di porri, di ceci e di lasagne”.
“Per questo e per molte altre cose, o preclaro senatore, io vivo molto più comodamente di te. Io mi reco da solo dove mi piace. Chiedo quanto costi l’insalata e il farro. E sulla sera vago per il circo pieno di imbroglioni. O spesso, per il foro, mi fermo dinanzi agli indovini. Inde domum me ad porri et ciceris refero laganique catinum.
E poi me ne ritorno a casa, alla mia cena e alla mia scodella piena di porri, di ceci e di lasagne”.
In: ORAZIO, Satire. Libro I, satira VI, v. 115.
da: AGNESI Vincenzo, Alcune notizie sugli spaghetti. Raccolte da V.A. Imperia (I), p.m., 1975, p. 23;
MONDELLI Mariaelena, Antico e vero come la pasta. Ricerca ragionata delle fonti storiche e documentali. Parma (I), 1998, p. 10.
da: AGNESI Vincenzo, Alcune notizie sugli spaghetti. Raccolte da V.A. Imperia (I), p.m., 1975, p. 23;
MONDELLI Mariaelena, Antico e vero come la pasta. Ricerca ragionata delle fonti storiche e documentali. Parma (I), 1998, p. 10.
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