opera di Cate Inglis
da “Le città invisibili” – Italo Calvino
– ... Dunque è davvero un viaggio nella memoria, il tuo! – Il Gran Kan,
sempre a orecchie tese, sobbalzava sull’amaca ogni volta che coglieva
nel discorso di Marco un’inflessione sospirosa. – È per smaltire un
carico di nostalgia che sei andato tanto lontano! – esclamava, oppure: –
Con la stiva piena di rimpianti fai ritorno dalle tue spedizioni! – e
soggiungeva, con sarcasmo: – Magri acquisti, a dire il vero, per un mercante della Serenissima!
Era questo il punto cui tendevano tutte le domande di Kublai sul passato e sul futuro, era da un’ora che ci giocava come il gatto col topo, e finalmente metteva Marco alle strette, piombandogli addosso, piantandogli un ginocchio sul petto, afferrandolo per la barba: – Questo volevo sapere da te: confessa cosa contrabbandi: stati d’animo, stati di grazia, elegie.
Era questo il punto cui tendevano tutte le domande di Kublai sul passato e sul futuro, era da un’ora che ci giocava come il gatto col topo, e finalmente metteva Marco alle strette, piombandogli addosso, piantandogli un ginocchio sul petto, afferrandolo per la barba: – Questo volevo sapere da te: confessa cosa contrabbandi: stati d’animo, stati di grazia, elegie.
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