Egon Schieles - Häuser mit bunter Wäsche, 1914
da “Le città invisibili” - Italo Calvino
– Ti è mai accaduto di vedere una città che assomigli a questa? –
chiedeva Kublai a Marco Polo sporgendo la mano inanellata fuori dal
baldacchino di seta del bucintoro imperiale, a indicare i ponti che
s’incurvano sui canali, i palazzi principeschi le cui soglie di marmo
s’immergono nell’acqua, l’andirivieni di battelli leggeri che
volteggiano a zigzag spinti da lunghi
remi, le chiatte che scaricano ceste di ortaggi sulle piazze dei
mercati, i balconi, le altane, le cupole, i campanili, i giardini delle
isole che verdeggiano nel grigio della laguna.
L’imperatore, accompagnato dal suo dignitario forestiero, visitava Quinsai, antica capitale di spodestate dinastie, ultima perla incastonata nella corona del Gran Kan.
– No, sire, – rispose Marco,– mai avrei immaginato che potesse esistere una città simile a questa.
L’imperatore, accompagnato dal suo dignitario forestiero, visitava Quinsai, antica capitale di spodestate dinastie, ultima perla incastonata nella corona del Gran Kan.
– No, sire, – rispose Marco,– mai avrei immaginato che potesse esistere una città simile a questa.
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