Felice Casorati - Le ereditiere, 1910
Se voi moriste – Amalia Guglielminetti
Se voi moriste, io non verrei con mani
colme di freschi fiori a dirvi addio,
chè, per voi vivo, nel giardino mio
troppi già io ne colsi e troppo vani.
Io guardinga verrei, forse, il domani,
con dentro gli occhi un cupo folgorio,
a indagar come quel sonno d'oblio
il vostro altero volto trasumani.
M'indugerei, assorta in atto, china
sopra il corpo raccolto nel sudario,
sul pallor della faccia resupina.
E m'attrarrebbe ancor, quanto la magica
luce de' vostri sguardi d'avversario,
quella inconscia di sè maschera tragica.
colme di freschi fiori a dirvi addio,
chè, per voi vivo, nel giardino mio
troppi già io ne colsi e troppo vani.
Io guardinga verrei, forse, il domani,
con dentro gli occhi un cupo folgorio,
a indagar come quel sonno d'oblio
il vostro altero volto trasumani.
M'indugerei, assorta in atto, china
sopra il corpo raccolto nel sudario,
sul pallor della faccia resupina.
E m'attrarrebbe ancor, quanto la magica
luce de' vostri sguardi d'avversario,
quella inconscia di sè maschera tragica.
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