foto di Dariusz Klimczak
Tasche vuote - Enzo Montano
Lentamente come il conio si avviò.
Dall’alfabeto di vocali e consonanti
scavò parole scintillanti
sfaccettate dal pensiero,
modellate per riflettere i sogni
dagli angoli bui dov’erano celati.
Si inerpicò verso la luna
oltre le nuvole
per cogliere frammenti di cielo
e farne dono alla fragilità dei fiori,
bellissimi petali impolverati.
Gli specchi ripetevano
la solita tristezza quotidiana
di un paesaggio piatto giallo ocra.
Le tasche piene di quelle monete
lentamente si svuotarono
e i passi tintinnanti si fermarono.
Fantasia volò via in un batter di ciglia,
la miniera di parole fu esaurita,
caddero le visioni e i sogni
non più ipotesi di versi
ma solo gramigna e spinosi rovi
afferrarono caparbie
le mani insanguinate.
Con tasche ormai svuotate di ogni certezza
e pensieri senza sogni
si incamminò lungo una strada buia.
Uno sguardo alla luna,
lo scintillio di una lacrima
nascosta da una ruga
e un velo di tristezza lieve
lo accompagnarono nel silenzio.
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