27 febbraio 2015

L'uno e l'altro - Mario Luzi

fotogramma di "Chinatown"
L'uno e l'altro - Mario Luzi

“Rimanere fedeli, legare agli altri il destino,
questo conta pur qualcosa” insiste lui
torcendo in una smorfia dubbia il viso,
il suo viso di uomo nel torto.
“Questo conta pur qualcosa” risponde lei
sopra pensiero, e guarda fuori l'opera del vento
da un capo all’altro della valle lasciata a pascolo.
“Se la pensi così è una fortuna.
La virtù, di questi tempi, tenuta
per uno straccio e irrisa...”.
Riprende e sposta con solennità la mano
tra il volante e il cambio.
“Oh, certo” trasale lei, che guarda
venire incontro da lontano i monti
e serrarsi sul rettifilo di asfalto.
“Certo”, e le sfugge dalle labbra un suono
tra il gemito e lo schiocco di dentiera smossa.
Segue un attimo di silenzio, lungo
per me più che per loro, mentre penso
quale degli elementi manca, il fuoco
o l’aria, in questa cellula morta.
E frattanto li osservo quali sono,
dissimili, ma uguali in questo, che si muovono
inutilmente cauti, e si tengono al largo
dal vero scopo, dal vero cruccio.
“È l'amore, l'amore che manca
se ne aveste notizia
o se aveste coraggio a nominarlo”.
Mi volgo loro tra me e me, e il tempo
il luogo perde ogni contorno
e mi striscia davanti un’ombra
o una coda di opossum.

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