8 gennaio 2019

da “Gli amori difficili”. L'avventura di un miope, (1958) – Italo Calvino

Claude Monet - Rue de la Bavole, Honfleur, 1864. 55.9 × 61 cm
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un miope, (1958) – Italo Calvino

Amilcare Carruga era ancor giovane, non sprovvisto di risorse, senza esagerate ambizioni materiali o spirituali: nulla gli impediva, dunque, di godere la vita. Eppure s'accorse che da un po' di tempo questa vita per lui andava, impercettibilmente, perdendo sapore. Cose da niente: come, per esempio, il guardare le donne per la strada; una volta usava buttare loro gli occhi addosso, avido; adesso magari faceva istintivamente per guardarle, ma subito gli pareva che scorressero via come un vento, senza dargli nessuna sensazione, e allora abbassava indifferente le palpebre. Le città nuove, una volta lo esaltavano - viaggiava spesso, essendo nel commercio -, adesso ne avvertiva solo il fastidio, la confusione, il disorientamento. Prima la sera usava - vivendo solo - andare sempre al cinema: ci si divertiva, qualunque spettacolo ci fosse; chi ci va tutte le sere è come se vedesse un unico grande film in continuazione: conosce tutti gli attori, anche le macchiette e i generici, e già questo di riconoscerli ogni volta è divertente. Ebbene: anche al cinema, adesso, tutte queste facce gli parevano diventate scialbe, piatte, anonime; s'annoiava.

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