29 novembre 2018

Il senso evidente delle cose - Wallace Stevens

Berardino Totaro - Castello rosa
Il senso evidente delle cose - Wallace Stevens

Dopo che le foglie sono cadute, torniamo
al senso evidente delle cose. E’ come se
fossimo giunti alla fine dell’immaginazione,
trapassata in inerte sapere.

E’ difficile persino trovare l’aggettivo
per questo freddo vuoto, questa tristezza senza ragione.
La grande struttura è diventata una casa qualunque.
Nessun turbante traversa i pavimenti invecchiati.

Mai così tanto la serra bisognò che fosse dipinta.
Il camino ha cinquant’anni e si curva di lato.
Un incomparabile sforzo ha fallito, una ripetizione
nel ripetuto ritorno di uomini e mosche.

L’assenza di immaginazione doveva tuttavia
essere immaginata. Il grande stagno,
il suo senso evidente, irriflesso, le foglie,
il fango, l’acqua come vetro sporco, emanano un silenzio,

come il silenzio di un topo venuto a vedere,
il grande stagno e il suo spreco di gigli, tutto
si doveva immaginare, come una conoscenza inevitabile,
richiesta, siccome necessità richiede.

Trad. Nadia Fusini

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