6 gennaio 2019

Vecchio tronco – Arturo Graf

Vincent Vn Gogh - Davanti al manicomio di Saint-Rémy, 1889, olio su tela cme 58 x 45. Museo d'Orsay, Parigi
Vecchio tronco – Arturo Graf

Buja e fredda e la notte; la gelata
Piova flagella i vetri e il tetto innonda:
Entro l’ampio camin la rubiconda
Fiamma s’alza ronfando e si dilata.

Sopra la bragia incandescente fuma
Un vecchio tronco di betulla; geme
Riarso il legno, e fuor da’ capi spreme
Mista a denso vapor candida spuma.

Con le pupille spalancate e muto,
La feroce io contemplo opra del foco;
Guardo la fiamma e in mente a poco a poco
Mi torna il tempo giovenil perduto.

Ed ecco, sulla ruvida corteccia,
Cui gia morde la fiamma, a un tratto io miro
Sculti due nomi e insiem legati; in giro
Come di mirto un ramoscel s’intreccia.

E mi sobbalza violento il core,
E piu da presso a riguardar mi faccio:...
Il suo nome, il mio nome, ambi in un laccio;
Tutta la storia del mio primo amore!

Nel ribollir del subitano affetto
L’iniqua fiamma a spegnere m’accingo,
Poi tosto indietro quel pensier respingo,
E immobil resto con le braccia al petto.

Oh, vecchio tronco! il bel tempo giocondo,
La felice stagion, quando levavi
Fronzuti i rami al ciel, quand’ombreggiavi
Il suo candido viso, il capo biondo!

Brucia, povero tronco! ormai la balda
Giovinezza svani; spenta e la lampa
Della mia vita ormai! brucia, divampa,
Anco una volta il freddo cor riscalda. —

Fiammeggia il legno, e fuor da’ capi spreme
L’ultime stille, e di morir si duole:
Io guardo e taccio, e il volto mio due sole
Stille di pianto van rigando insieme.

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