Vincent van Gogh - Green Grain Stalks, detail
Ascensione – Ernesto Ragazzoni rayo tu hermano soy!
BELMONTE MULLER
Il raggio
Io son la luce, l'anima
del cielo e della terra,
l'alfa e l'omega, il magico
sguardo che tutto afferra:
caddero l'ali agli angioli
e ai diavoli le corna,
l'ora che vibra è un attimo
che fugge e non ritorna,
io sol non muto e fulgido
son come il primo dí;
o nuvola, dileguati,
l'aurora comparí.
La nuvola
Io sono un'ombra, un morbido
fiocco di bruma e d'aria,
un'ala, una fantasima
che ad ogni soffio varia;
libera e viva, l'alito
che piú mi piace inseguo,
corro pianure e vertici,
mi ascondo e mi dileguo,
e se talor nell'anfora
del mare scendo a ber,
tremano i flutti: oceano
t'umilia al mio poter.
L'oceano
Fecondo, inesorabile
come il dolore umano,
io cullo nei miei vortici,
la perla e l'uragano.
L'orbe mi teme, io palpito,
mi gonfio, m'apro in atri
gorghi, accarezzo il libero
volo degli alabatri,
e in un eterno turbine
mordo la spiaggia e vo:
o rivi, io son l'oceano
chi pareggiar mi può?
Il ruscello
Onore a me! io scivolo
lieve tra ville e messi,
allungo l'erbe e gli alberi
in tremuli riflessi:
limpido sempre, mormoro
tra i ponti e lungo il margo,
trabalzo contro i ciottoli,
m'insinuo e m'allargo;
fuggo e la fragil dondolo
barca del pescator:
o fonte, io passo, soffoca
nell'ombra il tuo romor.
La sorgente
Tra i fior, dove una vergine
ninfa mi culla e accoglie,
non mi conturba altr'alito
che uno stormir di foglie;
rotta fra i sassi, un placido
sussurro effondo intorno,
l'aura mi canta; il passero
m'ama e mi dà il buon giorno;
calma, felice, libera
niun m'agita e rattien:
rugiada, umile gocciola,
sparisci nel mio sen.
La rugiada
Io son l'aurora, l'iride
racchiuso in una stilla,
la gemma che nell'intime
pieghe del fior scintilla;
figlia del ciel, benefica
scendo agli abissi e all'umo,
dono agli steli e agli alberi
un'anima e un profumo,
splendo come una lagrima
ma non conosco il duol:
o raggio, io non t'invidio:
chi mi ha creata è il sol.
Io son la luce, l'anima
del cielo e della terra,
l'alfa e l'omega, il magico
sguardo che tutto afferra:
caddero l'ali agli angioli
e ai diavoli le corna,
l'ora che vibra è un attimo
che fugge e non ritorna,
io sol non muto e fulgido
son come il primo dí;
o nuvola, dileguati,
l'aurora comparí.
La nuvola
Io sono un'ombra, un morbido
fiocco di bruma e d'aria,
un'ala, una fantasima
che ad ogni soffio varia;
libera e viva, l'alito
che piú mi piace inseguo,
corro pianure e vertici,
mi ascondo e mi dileguo,
e se talor nell'anfora
del mare scendo a ber,
tremano i flutti: oceano
t'umilia al mio poter.
L'oceano
Fecondo, inesorabile
come il dolore umano,
io cullo nei miei vortici,
la perla e l'uragano.
L'orbe mi teme, io palpito,
mi gonfio, m'apro in atri
gorghi, accarezzo il libero
volo degli alabatri,
e in un eterno turbine
mordo la spiaggia e vo:
o rivi, io son l'oceano
chi pareggiar mi può?
Il ruscello
Onore a me! io scivolo
lieve tra ville e messi,
allungo l'erbe e gli alberi
in tremuli riflessi:
limpido sempre, mormoro
tra i ponti e lungo il margo,
trabalzo contro i ciottoli,
m'insinuo e m'allargo;
fuggo e la fragil dondolo
barca del pescator:
o fonte, io passo, soffoca
nell'ombra il tuo romor.
La sorgente
Tra i fior, dove una vergine
ninfa mi culla e accoglie,
non mi conturba altr'alito
che uno stormir di foglie;
rotta fra i sassi, un placido
sussurro effondo intorno,
l'aura mi canta; il passero
m'ama e mi dà il buon giorno;
calma, felice, libera
niun m'agita e rattien:
rugiada, umile gocciola,
sparisci nel mio sen.
La rugiada
Io son l'aurora, l'iride
racchiuso in una stilla,
la gemma che nell'intime
pieghe del fior scintilla;
figlia del ciel, benefica
scendo agli abissi e all'umo,
dono agli steli e agli alberi
un'anima e un profumo,
splendo come una lagrima
ma non conosco il duol:
o raggio, io non t'invidio:
chi mi ha creata è il sol.
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