3 luglio 2019

da Marcovaldo – Italo Calvino Estate

opera di Luigi Veronesi
da Marcovaldo – Italo Calvino
Estate

14. Luna e Gnac

Così restavano affacciati alla mansarda, i bambini spaventati dalle smisurate conseguenze del loro gesto, Isolina rapita come in estasi, Fiordaligi che unico tra tutti scorgeva il fioco abbaino illuminato e finalmente il sorriso lunare della ragazza. La mamma si riscosse: – Su, su, è notte, cosa fate affacciati? Vi prenderete un malanno, sotto questo chiaro di luna!
Michelino puntò la fionda in alto. – E io spengo la luna! – Fu acciuffato e messo a letto. Così per il resto di quella e per tutta la notte dopo, la scritta luminosa sul tetto di fronte diceva solo SPAAK–CO e dalla mansarda di Marcovaldo si vedeva il firmamento. Fiordaligi e la ragazza lunare si mandavano baci sulle dita, e forse parlandosi alla muta sarebbero riusciti a fissare un appuntamento.
Ma la mattina del secondo giorno, sul tetto, tra i castelli della scritta luminosa si stagliavano esili esili le figure di due elcttricisti in tuta, che verificava–no i tubi e i fili. Con l'aria dei vecchi che prevedono il tempo che farà, Marcovaldo mise il naso fuori e disse: – Stanotte sarà di nuovo una notte di GNAC.

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