Scrittrice al lavoro – Mary Dorcey
Ricominciando ancora una volta dopo lungo silenzio, hai
dimenticato tutto, anche i rituali più comuni di
evocazione. Come ascoltare, come oziare, come
nell'oscurità fare un patto con i morti. Così
ripeti mentalmente antichi riti di passaggio
per fissare il senso, accogliere. Prima accendi la lampada,
prepara un fuoco caldo. Come in una vecchia casa disabitata, per
cambiar aria all'anima: spalanca tutte le finestre. Poi,
calato il silenzio, la pagina bianca, le parole pronte, siediti e
lascia che entrino gli spiriti. Con cautela, all'inizio, fuggevoli,
con la coda dell'occhio cogli un lampo o
un profumo, un'improvvisa brezza, un passo sulle
Scale, un tremito o un sospiro. La fiamma scivola sul vetro.
Lentamente prendono forza, gli spettri mormoranti.
Ogni voce ti è nota, ogni respiro ha un'eco.
Solo tu sei cambiata dopo tutto. Prendono il loro posto
uno dopo l'altro, l'ultimo ad andarsene è il primo a ritornare.
Uno attira l'altro sulla soglia, una collana di
Perle, infilate nell'ordine in cui si sono perse. Non esitare,
né deplorare mentre si riuniscono. Accetta l'unica
consolazione che possono offrirti; i ricordi di te,
invulnerabili al tempo. Prendi ciò che puoi vedere o ascoltare,
abbandona il tatto, respiro sulla pelle. Non c'è forza del desiderio
che possa recuperare questo dono terreno. Non avere paura allora -
Fermati; lascia che si raccolgano vicino al focolare, attorno al tavolo.
Austeri o capricciosi, fuori dal loro elemento, non chiedere
loro ciò che essi non ti hanno chiesto di perdere: peso, coerenza.
Siediti, ascoltali. Hanno fatto tutta questa strada solo per
fornire spiegazioni. Quando la luce si raffredda, fermati. Non
voltare le spalle alle loro suppliche, alla loro brama vorace.
Ricominciando ancora una volta dopo lungo silenzio, hai
dimenticato tutto, anche i rituali più comuni di
evocazione. Come ascoltare, come oziare, come
nell'oscurità fare un patto con i morti. Così
ripeti mentalmente antichi riti di passaggio
per fissare il senso, accogliere. Prima accendi la lampada,
prepara un fuoco caldo. Come in una vecchia casa disabitata, per
cambiar aria all'anima: spalanca tutte le finestre. Poi,
calato il silenzio, la pagina bianca, le parole pronte, siediti e
lascia che entrino gli spiriti. Con cautela, all'inizio, fuggevoli,
con la coda dell'occhio cogli un lampo o
un profumo, un'improvvisa brezza, un passo sulle
Scale, un tremito o un sospiro. La fiamma scivola sul vetro.
Lentamente prendono forza, gli spettri mormoranti.
Ogni voce ti è nota, ogni respiro ha un'eco.
Solo tu sei cambiata dopo tutto. Prendono il loro posto
uno dopo l'altro, l'ultimo ad andarsene è il primo a ritornare.
Uno attira l'altro sulla soglia, una collana di
Perle, infilate nell'ordine in cui si sono perse. Non esitare,
né deplorare mentre si riuniscono. Accetta l'unica
consolazione che possono offrirti; i ricordi di te,
invulnerabili al tempo. Prendi ciò che puoi vedere o ascoltare,
abbandona il tatto, respiro sulla pelle. Non c'è forza del desiderio
che possa recuperare questo dono terreno. Non avere paura allora -
Fermati; lascia che si raccolgano vicino al focolare, attorno al tavolo.
Austeri o capricciosi, fuori dal loro elemento, non chiedere
loro ciò che essi non ti hanno chiesto di perdere: peso, coerenza.
Siediti, ascoltali. Hanno fatto tutta questa strada solo per
fornire spiegazioni. Quando la luce si raffredda, fermati. Non
voltare le spalle alle loro suppliche, alla loro brama vorace.
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