30 aprile 2015

Scrittrice al lavoro – Mary Dorcey


Scrittrice al lavoro – Mary Dorcey

Ricominciando ancora una volta dopo lungo silenzio, hai
dimenticato tutto, anche i rituali più comuni di
evocazione. Come ascoltare, come oziare, come
nell'oscurità fare un patto con i morti. Così
ripeti mentalmente antichi riti di passaggio
per fissare il senso, accogliere. Prima accendi la lampada,

prepara un fuoco caldo. Come in una vecchia casa disabitata, per
cambiar aria all'anima: spalanca tutte le finestre. Poi,
calato il silenzio, la pagina bianca, le parole pronte, siediti e
lascia che entrino gli spiriti. Con cautela, all'inizio, fuggevoli,
con la coda dell'occhio cogli un lampo o
un profumo, un'improvvisa brezza, un passo sulle

Scale, un tremito o un sospiro. La fiamma scivola sul vetro.
Lentamente prendono forza, gli spettri mormoranti.
Ogni voce ti è nota, ogni respiro ha un'eco.
Solo tu sei cambiata dopo tutto. Prendono il loro posto
uno dopo l'altro, l'ultimo ad andarsene è il primo a ritornare.
Uno attira l'altro sulla soglia, una collana di

Perle, infilate nell'ordine in cui si sono perse. Non esitare,
né deplorare mentre si riuniscono. Accetta l'unica
consolazione che possono offrirti; i ricordi di te,
invulnerabili al tempo. Prendi ciò che puoi vedere o ascoltare,
abbandona il tatto, respiro sulla pelle. Non c'è forza del desiderio
che possa recuperare questo dono terreno. Non avere paura allora -

Fermati; lascia che si raccolgano vicino al focolare, attorno al tavolo.
Austeri o capricciosi, fuori dal loro elemento, non chiedere
loro ciò che essi non ti hanno chiesto di perdere: peso, coerenza.
Siediti, ascoltali. Hanno fatto tutta questa strada solo per
fornire spiegazioni. Quando la luce si raffredda, fermati. Non
voltare le spalle alle loro suppliche, alla loro brama vorace.

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