3 settembre 2017

Sarei un bronzo suonante - Jochen Kelter

Sarei un bronzo suonante - Jochen Kelter

                                               a Izet Sarajlić
Su una foto
siamo seduti nel campo mietuto
una mano l’hai posta sul mio ginocchio
ridi, fumi
Su un’altra
Adam ha posto le sue due mani sulle nostre spalle
accanto a noi c’è Giacomo. Davanti a noi sul prato fiorito
grandi come teste sopravvissute
del monumento partigiano
Il sole di ottobre all’imbrunire
sta obliquamente e fa sprofondare il tutto
che ci circonda nel buio
è il quarantesimo anniversario
della liberazione dal fascismo
Che il mondo dopo aver spento la luce
ci dimenticherà, lo sappiamo
ma noi siamo partigiani
e ci capita ancora
di intonare la canzone partigiana
O Bella Ciao e dimenticare: Cosa
è stato domani che succederà ieri.
Prendi Vladimir, tuo nipote
apri la finestra e lo porti a
passeggiare con gli occhi
Sotto il sole, sotto la pioggia e la neve
di Sarajevo. Allontani la riga dalla morte
ti voglio bene, mi sei del tutto estraneo
Suono sempre per te, sempre
contro la morte


Traduzione: Sinan Gudzević

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