6 settembre 2017

Feromoni – Durs Grunbein

opera di Robert Hefferan
Feromoni – Durs Grunbein

Ma quand’è stato? In questo millennio, nell’ultimo?
La tetra pensione, scala stretta, poco
spazio per i bagagli, e noi d’un balzo già sul lenzuolo.
Ela sera quel bar, promessa e cenno, come si chiamava?
Oddio, la memoria. Solo buchi e brandelli.
Due corpi, avvinti, due versi zoppicanti.
Come ocelot, fumanti, così affamati così in fiamme
siamo stati di rado.
Lo vedo come se fosse oggi:
il letto sul canale, il nostro nido, e poco sotto il fango
dove il ratto branca l’anguilla, l’anguilla il ratto.
Sogni di grevi fil porno… Il manifesto bagnato
fuori del cinema sulla fondamenta, che sembrava un Tiziano:
tu ragazzo fai la capriola, la donna la spaccata,
fresco resta il ricordo finché ha odore.

Da Durs Grunbein, Strofe per dopodomani e altre poesie, a cura di Anna Maria Carpi, Einaudi, Torino 2011
 

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