10 novembre 2018

Accade - Enzo Montano

Lucio Fontana - Concetto spaziale. Attese, 1967. Idropittura su tela, 65 x 54,3 cm. Museum Frieder Burda, Baden-Baden.
Accade - Enzo Montano
poiché ogni partito non è che una nomenclatura di classe, è evidente che per il partito che si propone di annullare la divisione in classi, la sua perfezione e compiutezza consiste nel non esistere più perché non esistono classi e quindi loro espressioni.
Antonio Gramsci – da Quaderni dal carcere

Accade che in queste ultime settimane si sviluppi un ampio, ma poco profondo, dibattito intorno alla Legge di bilancio 2019. Improvvisamente una moltitudine di persone si è cimentata in disquisizioni dotte in materia di economia. Questo accade nelle discussione di piazza e nei bar, come tempo fa si faceva con il calcio, ma il dibattito è più acceso sui social network.
Personalmente dichiaro subito la mia estraneità alle materie economiche pur ammettendo una minima capacità nel saper riconoscere le notizie vere da quelle false, spesso, queste ultime, confezionate dai numerosi professionisti della propaganda che collaborano con il governo (quindi pagati con soldi pubblici). Spesso mi capita di intervenire nelle discussioni che si sviluppano su face book e, troppo frequentemente, noto un atteggiamento non favorevole a una discussione costruttiva. E’ sempre più evidente che si tende a indossare una maglia da tifoso piuttosto che esprimere idee da libero cittadino sulle questioni in discussione. Ragion per cui il più delle volte saluto e abbandono la discussione un attimo prima che sfoci in offese.
Gli stessi temi sono affrontati e discussi quotidianamente anche in televisione nei numerosi talk show. Bene, posso tranquillamente affermare che raramente si riesce fare una distinzione tra i dibattiti televisivi, di piazza o dei bar. In televisione noto un’aggravante insopportabile: giornalisti  o sono accondiscendenti con il potere (qualsiasi colore esso abbia) oppure indossano la maglia di una parte politica (trasformandosi da fieri oppositori a sostenitori strenui) tanto sfacciatamente quanto insopportabilmente per chi concepisce il giornalismo al servizio di un’informazione il più possibile neutra e che offra spunti di riflessione piuttosto che dispensare presupposti e conclusioni precotte e confezionate. Questo però è un tema che dovrebbe interessare soprattutto la categoria dei giornalisti, anche alla luce dell’inarrestabile calo di vendite di giornali che non è tutto dovuto alla diffusione di internet.
Tornando alla Legge di bilancio, uno dei principali provvedimenti, e delle discussioni, è il sostegno alle persone meno fortunate, denominato “reddito di cittadinanza”. Senza entrare nel dettaglio, voglio soffermarmi sul principio generale che ne è alla base: interventi, cioè, a favore delle famiglie senza reddito, dei disoccupati, di chi ha perso il lavoro e ne cerca un altro, delle pensioni di importi assurdamente inadeguati, ecc.
Certamente il provvedimento ha delle debolezze anche perché non è chiara la sua articolazione data la vasta gamma di dichiarazioni contraddittorie dei rappresentanti della maggiore forza di governo, certamente andrebbe inserito in un contesto più ampio e da riorganizzare; ma nessuno può dire che non si tratta di un provvedimento a favore dei cittadini, e neanche si può dire che non è un provvedimento di sinistra, se alla parola “sinistra” si attribuisce il suo significato storico. Le domande che pongo a me stesso e ai tanti rappresentati della sinistra e del Partito Democratico (la distinzione non è casuale) sono le seguenti:
Perché non ci avete pensato voi?
Perché non vi siete accorti che il Reddito di inclusione, gli 80 euro, i vari bonus erano del tutto insufficienti in un Paese dalle forti tensioni sociali e per il gran numero di famiglie che vive in povertà? Non erano, queste, misure elettorali?
Perché la scellerata riforma del lavoro che non ha fatto altro che immettere nel circuito del profitto decine e decine di miliardi, senza un reale vantaggio per i lavoratori?
Perché non avete dato il giusto rilievo alle questioni ambientali?
Perché avete abbandonato il vostro elettorato di riferimento?
Perché avete consentito una forma di becero populismo di governo da parte di Renzi? Le critiche all’Europa, ai vincoli di bilancio. Che è esattamente la stessa cosa fanno Salvini e Di Maio.
Cosa dire poi della brillante acume politico di addossare la colpa dei risultati elettorali agli elettori? “Gli elettori non hanno capito la riforma costituzionale”, “Gli elettori non hanno capito quello che abbiamo fatto”.
Perché pensare che spostare la discussione politica dai territori alle leopolde o agli intercity fosse un vantaggio?
Perché non avete visto quello che per tutti era evidente: che SI ANDAVA A SBATTRE CONTRO UN MURO?
Perché la vostra opposizione si riduce a sterili contrapposizioni verbali?
Io ho visto una élite che, guidata da un capo borioso, si autocelebrava al di fuori di ogni realtà, un gruppo dirigente come fosse su un’isola d’oro e che non si accorgeva della marea di merda che montava tutt’intorno (chiedo scusa per il francesismo, ma credo renda l’idea). Dopo il 4 marzo scorso si può dire che non ero il solo a pensarla così.
Quando e se si darà risposta e quando si sarà fatta una necessaria autocritica profonda e dolorosa, forse si comprenderanno le ragioni di una sconfitta dalle dimensioni di una catastrofe e la conseguente necessità di sciogliere il Partito Democratico e avviare, finalmente il processo fondativo di un vero partito.
Quello che invece registro, da parte della dirigenza delle forze (per così dire) di centro sinistra, e del Partito Democratico è in perfetta continuità con il passato recente. Non si ammettono gli errori, si continua a dire “noi abbiamo fatto”, “noi abbiamo detto”, “noi…”, “noi….”. Sicuramente è un piccolo passo avanti rispetto a quando si diceva “io”, “io”, “io”, e ancora “io” e sempre “IO”. Ma tutto qui. Nessun passo avanti.
Nel campo della sinistra si continuano a registrare polverizzazioni che condanna quella che era una vasta area politico culturale all’irrilevanza.
Risultato. Pochi voti, pochi iscritti, poche idee, nessun futuro e si continua ad arroccarsi su posizioni perdenti. Se la sinistra non comprende che il Partito Democratico non è più recuperabile, è un’esperienza chiusa, non perché al suo interno non vi siano persone capaci, oneste, volenterose e con un bagaglio di esperienze utili al Paese, ma perché quel partito è individuato come la controparte (a ragione) da chi vive da troppi anni oramai gli effetti di una crisi molto dura e difficilmente gli elettori potranno cambiare idea se non si offrono cambiamenti profondi e se non si coinvolgono le basi nelle discussioni, nella individuazione di obiettivi politici e nella condivisione , nella selezione di una nuova classe dirigente e anche nella concezione stessa del partito e della sua forma.
Mandare continuamente in televisione i vari Migliore, Morani, Marattin, Carbone (il suo “ciaone” è da riportare nei testi di formazione politica), Ascani, Malpezzi, Moretti, Rotta, Ricci, ecc. Non ha giovato e non giova. Ad ascoltare loro si aveva ( e si ha) l’impressione che i confini del mondo sono sovrapponibili a quelli del Partito Democratico, o della citata isola.
Questo spiega anche il perché la principale forza di opposizione non si avvantaggia, come dicono i sondaggi, delle tante discutibili scelte del governo Lega-5 stelle (A tale proposito non mi è mai stato chiaro il perché non si sia tentato un dialogo col Movimento 5 stelle e si sia preferito, invece, regalarlo alla Lega di Salvini. Chi ha tratto vantaggio? Il Pd?, L’Italia? Le tensioni sociali?).
E’ vero, che a breve ci sarà un congresso del Partito Democratico, ma se le premesse sono quelle che vedo temo si tratterà di una ennesima conta delle filiere e della chiamata a rapporto di truppe cammellate, assieme a molti cittadini che ancora sperano, a impolpare le file dei seggi delle primarie aperte. Altro assurdo: il segretario di un partito eletto da persone completamente estranee a cui si chiede una semplice dichiarazione di essere elettore del partito, pur sapendo che tali dichiarazioni molto spesso sono surrettizie.
Ovviamente le ragioni di una crisi profonda della sinistra italiana e mondiale vanno ben oltre e meriterebbero una discussione adeguata e a me piacerebbe partecipare. Purtroppo non esistono più i luoghi della politica, e se si accetta come discussione politica quella che si sviluppa in televisione o sul web, a mio modesto parere non solo è morta la politica, ma rischia di soccombere la stessa democrazia.
10/11/2018

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