dipinto di Antonio Donghi
Le città invisibili – Italo CalvinoMa si sarebbe detto che la comunicazione fra loro fosse meno felice d’una volta: certo le parole servivano meglio degli oggetti e dei gesti per elencare le cose più importanti d’ogni provincia e città: monumenti, mercati, costumi, fauna e flora; tuttavia quando Polo cominciava a dire di come doveva essere la vita in quei luoghi, giorno per giorno, sera dopo sera, le parole gli venivano meno, e a poco a poco tornava a ricorrere a gesti, a smorfie, a occhiate.
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