Pierre Auguste Renoir - Bagnante seduta, 1883
Ti trattai con durezza - Albio Tibullo
Ti trattai
con durezza,
dissi che
avrei sopportato bene il distacco,
ma ora è
lontano da me il vanto di essere forte.
Sono come
una trottola
che gira qua
e là su un piano liscio
percossa dal
bastone di un rapido fanciullo
con la sua
consueta abilità.
Brucia e
tortura il superbo
affinché
d’ora innanzi non si vanti,
doma il suo
duro linguaggio.
Ma
perdonami, lo chiedo in nome di Venere,
per il letto
furtivo ove ci unimmo,
per il tuo
capo adagiato accanto al mio.
Io sono
colui che ti strappò alla morte con i miei voti
quando
giacevi sfinita per la malattia,
io stesso
purificai ogni cosa intorno
con puro
zolfo, quando la vecchia
con le sue
formule magiche ti diede i presagi.
Procurai che
non ti turbassero lugubri sogni,
con la pia
triplice offerta del sacro farro.
Io vestito
di lino e con la tunica sciolta,
offrii nove
voti a Trivia nella notte silenziosa.
Li adempii
tutti: e ora un altro gode del tuo amore,
e felice
trae frutto dalle mie preghiere.
E io, se tu
fossi scampata alla morte, immaginavo
una vita
beata con te!
Pazzo! Gli
dèi mi erano avversi!
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