dipinto di Andrey Remnev
Versi su Mosca 4 – Marina CvetaevaArriverà il giorno — dicono — spiacevole!
Smetteranno di regnare, piangere, ardere,
— Da altrui monete raggelati —
I miei occhi, che guizzan come fiamme.
E — sosia che ha trovato un sosia —
Trasparirà, dal viso lieve, il volto.
Oh, finalmente ti meriterò,
Splendida cinta dal regale aspetto!
E di lontano — scorgerò anche Voi? —
Segnandosi, smarrita, lungo il nero
Sentiero sfilerà una processione
Alla mia mano, che non trarrò indietro,
Alla mia mano, senza più divieto,
Alla mia mano, che non c’è più.
Sui vostri baci io nulla avrò a eccepire,
O viventi – e sarà la prima volta!
M’avvolgerà da capo a piedi un drappo
Bellissimo, dal maestoso aspetto.
Nulla mi potrà fare più arrossire,
Sarà per me, quel dì, la santa Pasqua.
Per le vie d’una Mosca derelitta
Io muoverò, e voi dietro a me, a rilento.
E nessuno si fermerà per strada,
E la prima palata echeggerà
Contro il coperchio della bara
E finalmente mi sarà permesso
Un egoista, solitario sonno.
Da allora in poi di nulla avrà bisogno
La neodefunta boiarda Marina.
11 aprile 1916
1° giorno di Pasqua
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