dipinto di Kenton Nelson
da Il libro dell’inquietudine – Fernando Pessoa
98. Se la nostra vita fosse un eterno stare alla finestra, se restassimo sempre così, come un fumo immobile, sempre con lo stesso momento del crepuscolo che addolora la curva dei monti. Se restassimo così oltre l’eternità! Se almeno, al di qua dell’impossibilità, potessimo fermarci così, senza commettere un’azione, senza che le nostre pallide labbra peccassero più una parola! Guarda come si fa sera!… La quiete positiva di ogni cosa mi riempie di rabbia, di un qualcosa che è il sapore amaro dell’aspirazione. Mi duole l’anima… Una lenta scia di fumo si alza e si disperde lontano… Un tedio inquieto non mi fa più pensare a te… Tutto è così superfluo! Noi e il mondo e il mistero di entrambi.
98. Se la nostra vita fosse un eterno stare alla finestra, se restassimo sempre così, come un fumo immobile, sempre con lo stesso momento del crepuscolo che addolora la curva dei monti. Se restassimo così oltre l’eternità! Se almeno, al di qua dell’impossibilità, potessimo fermarci così, senza commettere un’azione, senza che le nostre pallide labbra peccassero più una parola! Guarda come si fa sera!… La quiete positiva di ogni cosa mi riempie di rabbia, di un qualcosa che è il sapore amaro dell’aspirazione. Mi duole l’anima… Una lenta scia di fumo si alza e si disperde lontano… Un tedio inquieto non mi fa più pensare a te… Tutto è così superfluo! Noi e il mondo e il mistero di entrambi.
Nessun commento:
Posta un commento