dipinto di Kenton Nelson
da La noia – Alberto Moravia
Udii a quel punto Cecilia aprire la porta del bagno e allora, sollevandomi sui gomiti, le dissi: “Guarda in quell’armadio: c’è un regalo per te.” L’udii esclamare: “Per me?” con un accento né sorpreso, né realmente contenuto; quindi dovette aprire l’armadio, prendere la borsa, scartarla, guardarla, ma non vidi nulla perché stavo tuttora supino. gli occhi rivolti al soffitto. Ma dopo un poco sentii le sue labbra sfiorarmi sfiorare le mie in uno di quei suoi baci secchi e infantili e la sua voce mormorare: “Grazie.”. Più tardi, mi levai finalmente sui gomiti: Cecilia, ormai vestita, stava in piedi presso la tavola centrale, e trasferiva con cura i vari oggetti personali dalla vecchia borsa alla nuova. Mi lasciai ricadere di nuovo, supino.
Udii a quel punto Cecilia aprire la porta del bagno e allora, sollevandomi sui gomiti, le dissi: “Guarda in quell’armadio: c’è un regalo per te.” L’udii esclamare: “Per me?” con un accento né sorpreso, né realmente contenuto; quindi dovette aprire l’armadio, prendere la borsa, scartarla, guardarla, ma non vidi nulla perché stavo tuttora supino. gli occhi rivolti al soffitto. Ma dopo un poco sentii le sue labbra sfiorarmi sfiorare le mie in uno di quei suoi baci secchi e infantili e la sua voce mormorare: “Grazie.”. Più tardi, mi levai finalmente sui gomiti: Cecilia, ormai vestita, stava in piedi presso la tavola centrale, e trasferiva con cura i vari oggetti personali dalla vecchia borsa alla nuova. Mi lasciai ricadere di nuovo, supino.
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