Napoli - Biblioteca dei Girolamini
Biblioteca - Grazia Fresu
Il deserto dei Tartari immobile
scolora sulle città invisibili,
là Spoon River ha una collina
di morti e di furori,
il toro nell'arena trafigge il suo torero
alle cinque della sera,
Asterione reclama l'aleph
tra i suoi pietosi tributi,
viene Godot per sorpresa
tra paraventi algerini,
vengono sei personaggi
in giorni saturnini.
L'amor che a nullo amato
amar perdona
luccica nella notte
che la luna la fa da maga
esperta e da padrona,
che fai tu luna in ciel,
lo bisbiglia il gaucho in veglia,
tra le vene aperte d'America Latina
l'Europa si confronta e si assottiglia,
la Biblioteca accesa
nelle sere della mia vita
nutre tra gli arcani
i destini incrociati
quei sonetti d'amore
e una canzone disperata
che mi svegliò all'incanto del dolore,
c'era una volta un re
e ancora canta il suo potere
illusorio e slabbrato,
canta Giulietta sopra il suo balcone,
il silenzio del mare,
l'operato dei Paladini,
Orlando e il suo furore,
Sheherazade nel sogno accorato
di riscatto dai giochi del sultano,
canta se questo è un uomo,
la casa Usher nella sua caduta,
la morte di un commesso viaggiatore,
Socrate che si beve la cicuta.
Fantasmi troppo amati
vivono rannicchiati
tra volumi che setacciano stelle
nei profumi di vite immaginarie
e canne al vento gridano sorelle
nel destino nel vanto nella pena
che le fece degli uomini gemelle,
qui il gattopardo pianta il suo vessillo,
la montagna incantata si dilata
sopra un mantello di sapienza oscura
e c'è morte a Venezia,
dal ponte dei Sospiri si misura
la passione e la fuga,
Margherita ha camelie
sul suo seno,
tra la luna e i falò tra il rosso e il nero
filosofi, gitani, malfattori
brillano di avventure
che una mano ha scritto
nei presagi di una sera,
si annida nel silenzio una chimera,
il destino si affaccia da un verone,
storie e poemi intrecciano
il volano di esperienze segrete,
il capitano dentro il suo tifone
la canzone di un cieco
il sillabare di un viandante
un trionfo di mondi
un asfodelo di fili inargentati,
il sangue la ragione lo sterminio
il tempo indelicato,
l'occasione delle memorie
amore morte sesso perdizione,
lampade nella notte
navi fantasma scoperte
lotte sogni alla deriva,
il bene il male la bellezza estrema
l'anima incoronata dei suoi allori,
la Biblioteca naviga silente
attenta tra i suoi miti e i suoi lettori.
Il deserto dei Tartari immobile
scolora sulle città invisibili,
là Spoon River ha una collina
di morti e di furori,
il toro nell'arena trafigge il suo torero
alle cinque della sera,
Asterione reclama l'aleph
tra i suoi pietosi tributi,
viene Godot per sorpresa
tra paraventi algerini,
vengono sei personaggi
in giorni saturnini.
L'amor che a nullo amato
amar perdona
luccica nella notte
che la luna la fa da maga
esperta e da padrona,
che fai tu luna in ciel,
lo bisbiglia il gaucho in veglia,
tra le vene aperte d'America Latina
l'Europa si confronta e si assottiglia,
la Biblioteca accesa
nelle sere della mia vita
nutre tra gli arcani
i destini incrociati
quei sonetti d'amore
e una canzone disperata
che mi svegliò all'incanto del dolore,
c'era una volta un re
e ancora canta il suo potere
illusorio e slabbrato,
canta Giulietta sopra il suo balcone,
il silenzio del mare,
l'operato dei Paladini,
Orlando e il suo furore,
Sheherazade nel sogno accorato
di riscatto dai giochi del sultano,
canta se questo è un uomo,
la casa Usher nella sua caduta,
la morte di un commesso viaggiatore,
Socrate che si beve la cicuta.
Fantasmi troppo amati
vivono rannicchiati
tra volumi che setacciano stelle
nei profumi di vite immaginarie
e canne al vento gridano sorelle
nel destino nel vanto nella pena
che le fece degli uomini gemelle,
qui il gattopardo pianta il suo vessillo,
la montagna incantata si dilata
sopra un mantello di sapienza oscura
e c'è morte a Venezia,
dal ponte dei Sospiri si misura
la passione e la fuga,
Margherita ha camelie
sul suo seno,
tra la luna e i falò tra il rosso e il nero
filosofi, gitani, malfattori
brillano di avventure
che una mano ha scritto
nei presagi di una sera,
si annida nel silenzio una chimera,
il destino si affaccia da un verone,
storie e poemi intrecciano
il volano di esperienze segrete,
il capitano dentro il suo tifone
la canzone di un cieco
il sillabare di un viandante
un trionfo di mondi
un asfodelo di fili inargentati,
il sangue la ragione lo sterminio
il tempo indelicato,
l'occasione delle memorie
amore morte sesso perdizione,
lampade nella notte
navi fantasma scoperte
lotte sogni alla deriva,
il bene il male la bellezza estrema
l'anima incoronata dei suoi allori,
la Biblioteca naviga silente
attenta tra i suoi miti e i suoi lettori.
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