opera di Omar Ortiz
Duetto - Joumana Haddad
– I tuoi occhi hanno acceso una luce strana nel mio sguardo…
- È perché hai svegliato il bosco, e i marinai del bosco.
- È tutto azzurro. Dove sono?
- Fra le mie braccia. Lì dove il tuo fiume si accende.
– E questa luna sul mio collo?
– È la mia notte che vuole sigillare la tua pelle.
- Inizio?
- Inizia.
– E perché sbocci con le palpebre chiuse?
– Per vedere meglio la tua fretta spruzzare la mia attesa. Per udire le nostre labbra scollarsi.
- Tu ed io, volo di grida.
- Tu ed io, ali del poema migratore.
– Sarò per te l’uccello e il cacciatore.
- Non mi vincerai: mi offrirò al tuo fucile.
– Lo pianterò nel tuo cuore fino alla conquista.
– È solo perdendo che si merita il viaggio.
– Come arrivare? Tu hai il corpo numeroso dell’illusione.
- Perché arrivare? Sia la mano durevole dei fantasmi.
– Le tue cosce, portali del purgatorio dei pigri.
– Le mie cosce, sbarre della prigione che libera.
– Donna, ho sete, versati!
– I tuoi occhi hanno acceso una luce strana nel mio sguardo…
- È perché hai svegliato il bosco, e i marinai del bosco.
- È tutto azzurro. Dove sono?
- Fra le mie braccia. Lì dove il tuo fiume si accende.
– E questa luna sul mio collo?
– È la mia notte che vuole sigillare la tua pelle.
- Inizio?
- Inizia.
– E perché sbocci con le palpebre chiuse?
– Per vedere meglio la tua fretta spruzzare la mia attesa. Per udire le nostre labbra scollarsi.
- Tu ed io, volo di grida.
- Tu ed io, ali del poema migratore.
– Sarò per te l’uccello e il cacciatore.
- Non mi vincerai: mi offrirò al tuo fucile.
– Lo pianterò nel tuo cuore fino alla conquista.
– È solo perdendo che si merita il viaggio.
– Come arrivare? Tu hai il corpo numeroso dell’illusione.
- Perché arrivare? Sia la mano durevole dei fantasmi.
– Le tue cosce, portali del purgatorio dei pigri.
– Le mie cosce, sbarre della prigione che libera.
– Donna, ho sete, versati!
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