12 gennaio 2017

Grano e vino – Giovanni Pascoli

Van Gogh - Vino, pane e formaggio
Grano e vino – Giovanni Pascoli


I
«Oh! il campetto con siepe e con fossetto!
Nel verno io voglio, ch'io non son cicala,
il mio grano con me sotto il mio tetto.
Il buon odor di pane che si esala
da quel brusìo di mille chicchi d'oro,
quando il mio mucchio muovo con la pala!
Caro il mio grano! Quando il mio tesoro
mando al mulino, se ne va, sì, questo;
ma quello nasce sotto il mio lavoro.
Io le mie braccia, Dio ci mette il resto.
Me ne sa male; ed ecco che ogni staio
che mando, dice: - Mandami: fo cesto;
mandami: imboccio. - Io mando al buon mugnaio.
- Mandami: impongo; mandami: rassodo. -
Poi, quando nulla resta nel solaio,
l'ultimo dice: - To' la falce: a modo! –

II
Lodo la spiga e lodo ancor la pigna.
Ma la pigna e la spiga hanno gran liti
tra loro. - Io non vo' grano nella vigna.
Padrone, su le prode io non vo' viti:
se lo bei, non lo mangi. - Io non do noia:
tanto mi tagli, quando mi mariti! -
È infida... - Ogni anno ella convien che muoia. -
Sempre soffietti... - E ari a capo chino. -
Io sono la tua vita. - Io la tua gioia. -
Tua carne è il pane. - Ma tuo sangue, il vino. -
Che odore sa l'odore di pan fresco! -
E che cantare fa cantar di tino! -
Io son di casa. - Io più, che mai non esco:
tu mi macini in casa co' tuoi piedi. -
Tu, con me solo, puoi sederti a desco. -
Ti levi, senza me, come ti siedi. –

III
Tu pigna dura per insù, tu molle
spiga all'ingiù, vivete dunque in pace!
Per l'una il piano, sia per l'altra il colle.
Io la madia e la botte amo; e il loquace
tino ben canta, e bene odora il forno:
io ridirvi non so quanto mi piace
il vin d'un anno con il pan d'un giorno!»

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