22 novembre 2018

Il Golfo I – Derek Walcott

dipinto di Joan Longas
Il Golfo – Derek Walcott

per Jack e Barbara Harrison

I
Il caffè dell’aeroporto sa meno d’America.
Rancido, non rasato, temendo l’uso
di nervi tesi alla gogna, alimentati ad alcol,

un bourbon qualunque, torbato e resinoso,
il corpo, allacciato alla sua bara angusta,
mentre un boato come al party di ieri frulla

nei motori, osserva i fiumi dell’anima esausta
quando il jet trans-texano, stridendo, decolla
e gli amici rimpiccioliscono. Così l’anima,

per essere conscia dell’unione divina,
si distacca dalle cose create. “Siamo in volo”
biascica il texano accanto. Ogni cosa: i cerini

dell’hotel della campagna di LBJ, questa rosa
datami a Austin da un bambino all’alba,
questo libro di fiabe di Borges, la sua prosa

una tigre al chiaro di luna. Ciò che nella scialba
e innocente Dallas è stato voluto, l’uncino
di un artiglio stretto attorno a quel fucile, è riferito

su ogni pagina come follia o legge ferina;
lasciamo Love Field sorvolando quella ferita.
Toccati, questi oggetti evocano litigi,

alberghi, nuove amicizie, membra di bronzo
nudamente plasmate come queste colline grigie
che il ricordo penetra mentre il jet s’innalza

tra le nubi nuove sopra il Texas; la loro patria
un sobborgo isolano, foreste, acqua montana;
una sobria attrezzeria per scene la cui gioia

logora come il dolore, scene dove iniziamo a capire,
grazie a doni umili, questa rosa, questa salvietta,
che anche chi amiamo è un oggetto da restituire,

che questa lente sulla pelle grinzosa del deserto
valuta la nostra, tutto ciò che amiamo dato in pegno
a quella palla d’ottone, che i doni offerti,

moltiplicandosi, intasano il cuore, e che l’amore
reclamerà le sue cose sul mio letto di morte.
La mia carne, il mio sangue! Ognuno di loro

un petalo che avvizzisce dal centro. Li ho guardati
ardere, al bagliore dei nervi ne colgo il candore
scheletrico! Meglio non essere mai nati,

gridano i grandi morti. Le loro opere splendono
sui nostri scaffali; aggirati fra le lapidi dai dorsi dorati,
e leggi finché sotto la lampada la pagina rotea

in una stasi bianca. Il suo distacco ha il chiarore
iridato della scia di un aereo. Che vola in cerchio
come noi; nessun conforto per i loro amori!

da Derek Walcott, Nelle vene del mare, a cura di Matteo Campagnoli
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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