ho incorniciato il tuo corpo.
il tuo corpo in cornice con la tua faccia austera.
la mia tasca destra, quella del soprabito nero,
ha serbato gli scontrini del negozio, quello dei gatti,
e due vecchie sigarette rubate alla tua bocca.
ora ci vado da sola, dai gatti,
che sono ghiotti di carne, come sempre.
e sia pure questo andare
e sentirti da tutte le parti.
e sai, la cosa oscena, è la parola che manca.
capire cose che avevo creduto
solo muore la mano che scrive
(verità che non trovo verità che ho perduto)
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