Bronzino - Ritratto di giovane uomo
Dalla scuola del celebre filosofo – Costantino Kavafis
Fu scolaro per due anni d’Ammonio Sacca.
Poi gli vennero a noia Sacca e la filosofia.
Si diede alla politica. Lasciò.
Il prefetto, uno stupido. E quelli attorno a lui,
manichini ufficiali con gran prosopopea
e il loro greco mille volte barbaro – sciagurati!
Anche la Chiesa attrasse
per un poco la sua curiosità.
Ricevere il battesimo, farsi cristiano. Presto
mutò idea. Si sarebbe guastato con i suoi,
che ostentavano il loro paganesimo,
e gli avrebbero subito tagliato (non sia mai!)
i sussidi fin troppo generosi.
Ma doveva pur fare qualcosa. Divenne
cliente abituale delle case perdute,
dei sordidi bordello d’Alessandria.
La sorte in questo gli era stata amica:
gli aveva dato uno splendido corpo.
Di quel dono divino egli godeva.
Altri dieci anni almeno
gli sarebbe durata la bellezza. Poi
sarebbe, forse, tornato da Sacca.
Se nel frattempo fosse morto, il vecchio,
via, da un altro filosofo o sofista:
qualcuno adatto se ne trova sempre.
O sarebbe tornato alla politica
(chissà?), lodevolmente ricordando
le tradizioni di famiglia, il debito
verso la patria, e simili bubbole reboanti.
da Costantino Kavafis, La memoria e la passione
a cura di Filippomaria Pontani
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
Fu scolaro per due anni d’Ammonio Sacca.
Poi gli vennero a noia Sacca e la filosofia.
Si diede alla politica. Lasciò.
Il prefetto, uno stupido. E quelli attorno a lui,
manichini ufficiali con gran prosopopea
e il loro greco mille volte barbaro – sciagurati!
Anche la Chiesa attrasse
per un poco la sua curiosità.
Ricevere il battesimo, farsi cristiano. Presto
mutò idea. Si sarebbe guastato con i suoi,
che ostentavano il loro paganesimo,
e gli avrebbero subito tagliato (non sia mai!)
i sussidi fin troppo generosi.
Ma doveva pur fare qualcosa. Divenne
cliente abituale delle case perdute,
dei sordidi bordello d’Alessandria.
La sorte in questo gli era stata amica:
gli aveva dato uno splendido corpo.
Di quel dono divino egli godeva.
Altri dieci anni almeno
gli sarebbe durata la bellezza. Poi
sarebbe, forse, tornato da Sacca.
Se nel frattempo fosse morto, il vecchio,
via, da un altro filosofo o sofista:
qualcuno adatto se ne trova sempre.
O sarebbe tornato alla politica
(chissà?), lodevolmente ricordando
le tradizioni di famiglia, il debito
verso la patria, e simili bubbole reboanti.
da Costantino Kavafis, La memoria e la passione
a cura di Filippomaria Pontani
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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