8 febbraio 2017

Lo specchio – Enzo Montano

Maurits Cornelis Escher - Mano con sfera riflettente
Lo specchio – Enzo Montano

Restituiva lo specchio ogni mattino
i’immagine di un uomo con la barba bianca,
i solchi dell’età, e le ferite delle battaglie di una vita;
alcune tutti le potevano vedere,
altre le notavano in pochi
le coltellate più profonde e dolorose
erano conosciute solo a lui.
Lo sguardo sereno e un accenno di sorriso
narravano di sogni e la voglia di inseguirli.

In un solo giorno, talvolta, si accumulano anni:
vacillano certezze ritenute tronchi
di olivi secolari e le ferite diventano
inesauribili sorgenti di dolore
i mostri riprendono il loro l’inseguimento
e la quotidianità imparata a memoria
non reca più nuove promesse.

Un giorno lo specchio mostrò
lo stesso volto. Assieme al bianco della barba
risaltava la stanchezza:
lo sguardo si era spento e
l’accenno di sorriso era svanito
tra le rughe più profonde
erano ornamenti di guance, occhi e anche della fronte.
Il volto devastato dall’accanimento della bestia e
gli occhi raccontavano la banalità dell’esistenza e di una fine.

L’uomo stanco con la barba bianca
ripose ciò che aveva in una scatola di scarpe;
s’incamminò verso il fiume,
cercò la strada tra i cespugli dell’inverno,
si affidò alle carezze della corrente
e si lasciò andare verso il mare aperto.

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