18 maggio 2020

VII. Le metamorfosi del vampiro - Charles Baudelaire

Fernando Botero - Donna seduta, 1997
VII. Le metamorfosi del vampiro - Charles Baudelaire

La donna mentre si torceva come un serpe sulla brace
e ammaccava i seni tra le stecche del suo busto
lasciava scorrere dalla sua bocca di fragola
queste parole tutte impregnate di muschio:
- «Ho le labbra umide io e lo so come si fa
a perdere l’antica coscienza in fondo a un letto.
Asciugo ogni lacrima sui miei seni trionfanti
e faccio ridere i vecchi col riso dei bambini.
Per chi mi vede nuda e senza veli, io sono
la luna, il sole, il cielo e le stelle!
Caro sapiente, sono così esperta in voluttà
quando soffoco un uomo tra le temute braccia
ο abbandono il mio petto ai suoi morsi,
sono così timida e libertina, fragile e robusta,
che su questi materassi conturbanti d’emozione
si dannerebbero per me anche gli Angeli impotenti!»

E mi succhiò fino al midollo delle ossa!
Allora mi volsi a lei languidamente
per darle un bacio d’amore, e cosa vidi?
Soltanto un otre dai fianchi vischiosi e tutto pus!
Che gelido orrore! Chiusi gli occhi
e quando li riaprii alla viva luce
non c’era più, no, quel possente fantoccio
rimpinzato di sangue a iosa, no;
ma c’erano avanzi di scheletro tremanti alla rinfusa
e sprigionanti il grido d’una banderuola
ο di un’insegna in cima a un’asta di ferro
dondolata dal vento notturno dell’inverno.

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