Charles Soulacroix — Spring
Fiori - Enzo Montano
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
petali bellissimi divelti dalla giovinezza
innocenti segnate dal destino eppur colpevoli
ornano le notti di squallide periferie monotone
tetre grigie dove non potrebbero nascere altri fiori
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
sono lì ognuna col sorriso finto in dotazione
vetrina dolorosa con centimetri di cute mostrati
alla fatalità loro assegnata agnelli offerti in sacrificio
costellata dall’ignavia di chi si dice uomo
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
ambite signorine delle notti mercenarie
danzano leggere sui tacchi di finzione consumata
stelle filanti di feste ogni notte estranee
per quella meteora di automobili ronzanti
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
puttane zoccole forse prostitute troie o meretrici
così le definisce il senso comune ed anche il dizionario
in mille modi ancora si torce la bocca nel citarle
eppure lineamenti puri mal celati dal trucco pesante
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
per me gioielli meravigliosi dal cuore immenso
occhi colmi di poesia unguento dolce per notti di strazio
abbandonate sole smarrite nell’esistenza ostile tra branchi di lupi
nulla concede loro il paradosso hanno le ali non il cielo
Carla è bionda ragioniera ha vent’anni e tre fratelli piccoli
Un cancro e un incidente hanno rapito genitori
in un baleno baratta notti buie con scampoli di gioia
lavorerebbe volentieri in banca o in fabbrica
ma la fame non aspetta e le fabbriche oramai sparite
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Enrica ha solo sedici anni e andava al liceo ama
Dante e la Grecia paga separazioni e contese degli adulti
adesso è sola nel deserto sconosciuto e fa quello che può
compra tanti libri studia e non si vuole arrendere
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Tania viene dalla miseria dell’est Ucraina o Romania
immaginava prati fioriti giorni lievi e carezze del sole
l’illusione le ha regalato gli aguzzini e vetri rotti
l’orgoglio non la lascia libera, Tania non è un fiore perso
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Carmen deve morire la diagnosi non concede scampo
ancora pochi mesi e poi il viaggio fatale senza un ritorno
aggiunge tristezza alla paura della morte certa
diluire il dolore col dolore dei suoi ultimi respiri è esorcizzare la fine
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Margarida aveva una scuola di samba a Rio
l’amore l’ha condotta lontana dalla consueta allegria
un animale travestito le ha ucciso ogni giorno l’anima
adesso la paura la imprigiona saprà amare ancora dopo gli orrori
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
battone squillo forse sgualdrine lucciole o baldracche
eppure hanno un nome tutto loro una storia di persone
ognuna un fiore che non muore nella notte dei lampioni
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
petali bellissimi divelti dalla giovinezza
innocenti segnate dal destino eppur colpevoli
ornano le notti di squallide periferie monotone
tetre grigie dove non potrebbero nascere altri fiori
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
sono lì ognuna col sorriso finto in dotazione
vetrina dolorosa con centimetri di cute mostrati
alla fatalità loro assegnata agnelli offerti in sacrificio
costellata dall’ignavia di chi si dice uomo
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
ambite signorine delle notti mercenarie
danzano leggere sui tacchi di finzione consumata
stelle filanti di feste ogni notte estranee
per quella meteora di automobili ronzanti
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
puttane zoccole forse prostitute troie o meretrici
così le definisce il senso comune ed anche il dizionario
in mille modi ancora si torce la bocca nel citarle
eppure lineamenti puri mal celati dal trucco pesante
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
per me gioielli meravigliosi dal cuore immenso
occhi colmi di poesia unguento dolce per notti di strazio
abbandonate sole smarrite nell’esistenza ostile tra branchi di lupi
nulla concede loro il paradosso hanno le ali non il cielo
Carla è bionda ragioniera ha vent’anni e tre fratelli piccoli
Un cancro e un incidente hanno rapito genitori
in un baleno baratta notti buie con scampoli di gioia
lavorerebbe volentieri in banca o in fabbrica
ma la fame non aspetta e le fabbriche oramai sparite
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Enrica ha solo sedici anni e andava al liceo ama
Dante e la Grecia paga separazioni e contese degli adulti
adesso è sola nel deserto sconosciuto e fa quello che può
compra tanti libri studia e non si vuole arrendere
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Tania viene dalla miseria dell’est Ucraina o Romania
immaginava prati fioriti giorni lievi e carezze del sole
l’illusione le ha regalato gli aguzzini e vetri rotti
l’orgoglio non la lascia libera, Tania non è un fiore perso
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Carmen deve morire la diagnosi non concede scampo
ancora pochi mesi e poi il viaggio fatale senza un ritorno
aggiunge tristezza alla paura della morte certa
diluire il dolore col dolore dei suoi ultimi respiri è esorcizzare la fine
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
Margarida aveva una scuola di samba a Rio
l’amore l’ha condotta lontana dalla consueta allegria
un animale travestito le ha ucciso ogni giorno l’anima
adesso la paura la imprigiona saprà amare ancora dopo gli orrori
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
battone squillo forse sgualdrine lucciole o baldracche
eppure hanno un nome tutto loro una storia di persone
ognuna un fiore che non muore nella notte dei lampioni
Carla Enrica forse Tania Carmen o Margarida
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