18 gennaio 2015

La poesia - Enzo Montano

foto: Gérald Bloncourt - The hopscotch, Paris 1960

 La poesia - Enzo Montano

Iperboli grammaticali architetture ardite di rime baciate
incessanti capriole semantiche assonanze e allitterazioni
interminabili sequenze di anafore e metaplasmi acconciate

in equilibrismi retorici palindromi ed enumerazioni.
“ Infine si noti la maestria nel costruire le uscite
in alternanza tra loro maschili e femminili, con quali elocuzioni”.

I sommi poeti con somma sicumera si specchiano, udite,
in riflessi coerentemente adattabili alla staticità
incorruttibilmente saccente delle saldezze altrove aborrite.

Incertezza torreggiante dell’ego smisurato della verità
in perenne ricerca nell’archeologia dei vocabolari
imprigionano ali in gabbie impalpabili di immobilità

indispensabili a tali artifici linguistici mirabolanti sono i rimari
inesauribile fonte di ispirazione e significati immaginifici
invitti nel sottolineare il perfetto lirismo dei bisogni primari.

Improbabili quindi di cavolo e cioccolato al pari i magnifici
imperturbabili signori continuano certo la titanica opera
ineludibilmente verrà consegnata ai tomi accademici

inevitabilmente allocati tra gli scaffali come acquasantiera
iridescente illuminante visione nei grandi palazzi della cultura
identica invero a candida pelle di dolce signora tra calze e giarrettiera

intonsi signori tonti inabili al volo ma esperti di bella struttura
impavidi equilibristi tra i precipizi dell’immensa inutilità
individui boriosi elastici al pari di cemento armato di mura

inarrivabili archeologi periti di lingue stecchite di sicura adattabilità
incapaci provetti all’arte dell’esercizio della fantasia
indefessi costruttori di parole lego spacciate per immane amabilità

immediatamente a voi lancio il guanto della poesia
inconsciamente convinti lo so della certa sconfitta bruciante
incipiente infatti per voi della vera poetica la dislessia.

Immensa poesia. Semplicità. Bellezza. Anima. Canto tonante.
Indicibili sensazioni respirate tra la luna e le stelle
immemori atmosfere di sogni goffi voli e rovinose cadute di amante

intenso profumo di menta selvatica tra le cittadelle
indimenticate dell’infanzia, vento che spinge i velieri
instancabilmente nel cielo della notte e le lucenti fiammelle

inconsapevole la poesia si trova per strada versi forieri
immateriale carezza per l’anima la si incontra ogni attimo
immeritatamente forse si coglie in petali leggeri

indissolubile è lì dov’era cercata da Dario poi Mario quasi volassimo
insieme a Pasolini Rilke e Borges il cieco che scriveva a colori
impavidi esploratori a capo di sterminate folle dal verde dell’eskimo.

in quei luoghi continuo a cercare nei tanti splendori
innati nei giorni: il sorriso di un figlio la ruga su un viso
il ricordo di un amico una bella donna e i suoi batticuori

E la trovo. Pennellate di oro dalla tavolozza di un tramonto sul mare
mentre una bimba continua a giocare con gli inafferrabili raggi del sole.


Nessun commento:

Posta un commento