12 gennaio 2015

Studio dell’ultimo ruolo - Ghiannis Ritsos

foto di Claudia Rogge - "Play, Boys!"
 

Studio dell’ultimo ruolo - Ghiannis Ritsos

La sigaretta di un carcerato ai primi piovaschi dell’autunno,
il fischio del treno in lontananza nel misero quartiere,
l’eroe dimenticato, ormai in pensione, con le scarpe bucate,
e quello in pigiama che tossisce alla finestra della clinica.
Le sere
ricordiamo cose perdute – un uccello malato, due versi di
Porfiras,
letti rischiarati di traverso da vetrate,
case incendiate, manifestazioni, cartelli, bandiere a
mezz’asta,
un grande orologio fermo sulla mezzanotte,
un antico scenario sbiadito. L’elettricista, vecchio,
brontolone,
donne sulla sedia. Non accende le luci. Il sipario
rimane chiuso, benché sia ancora rosso. Il regista
è morto mesi fa. E il grande attore,
che tanti ruoli diversi ha interpretato con lo stesso
successo
ora, nel camerino angusto, struccato davanti allo specchio
tra gli strumenti della sua arte, parrucche, ciprie, maschere
e rossetti,
studia chino il suo silenzio – un ruolo che spera di fare in
tempo a interpretare.

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