Vincent Van Gogh - Ritratto di signora con banda rossa in testa
da “Cuore di Cane” - Michail Bulgakov
(…)
Una dattilografa di nona categoria guadagna
quarantacinque rubli. Le calze di seta, d’accordo, gliele regala l’amante; ma
quante umiliazioni deve ingoiare, per quel filo di seta! Perché lui non fa le
cose normalmente, no, lui vuole l’amore alla francese. Davvero dei porci questi
francesi, detto tra noi! Anche se mangiano abbondantemente e bevono vino rosso.
Sì. verrà di corsa la povera dattilografa perché con quarantacinque rubli al
mese, al Bar non ci si va di certo. Non le bastano nemmeno per il cinema, e il
cinema per le donne è l’unica consolazione nella vita. La poverina trema,
aggrotta la fronte, ma manda giù. Ci pensate? Quaranta copechi per due portate
che messe insieme non ne valgono neanche quindici: gli altri venticinque, è
chiaro, se li è intascati l’amministratore. E poi, in fin dei conti, credete
veramente che sia questa l’alimentazione di cui ha bisogno? Ha qualcosa all’apice
del polmone destro, e una malattia femminile di origine francese; e poi le
fanno le ritenute sullo stipendio, e alla mensa le danno da mangiare cibo
avariato. Eccola, eccola: corre nel portone con le calze dell’amante, con i
piedi freddi e con la pancia mezza scoperta, perché la maglietta di lana che
porta è rada come il mio pelo e ci passa il vento. E le mutandine. le mutandine
sono un velo di pizzo, non le tengono affatto caldo. Sono un gingilletto, come
piace all’amante. Se le mettesse di flanella, lui comincerebbe a strepitare: ‘Come
sei sciatta! Non basta la mia Matrena, con i suoi mutandoni di flanella, anche
tu ti
ci metti! Adesso è venuto il mio turno. Sono
diventato Presidente, e tutto quello che rubo voglio spendermelo in donne, code
di gamberi e champagne. Quand’ero giovane ho fatto la fame, anche troppo;
adesso basta! Tanto la vita ultraterrena non esiste’.
Mi fa una pena, la ragazza. Ma io mi faccio ancora
più pena. Non parlo per egoismo, questo no, ma effettivamente c’è una bella
differenza, tra lei e me. Lei perlomeno a casa se ne sta al caldo e io invece,
dove vado, io? Uuuuhhh…!”.
«Ehi, Pallino, ehi. Che hai da guaire, poverino?
Chi è che ti ha fatto del male? Ah!».
(…)
Traduzione di
Viveca Melander
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