(…)
Era una piccolissima
vendetta, ma mi dava comunque soddisfazione. Non avevo avuto in mente di sfidare
gli dèi, solo di causare quanto più disagio possibile senza destare sospetto. E
la vicenda della collana di Freyja aveva già provocato la sua parte di disagio:
a Freyja e ai Vanir, certo, ma anche a Heimdall, la cui posizione di fiducia io
avevo pregiudicato; a Frigg, la moglie di Odino, la cui lealtà aveva subito un
colpo; e, naturalmente, allo stesso Odino, che si era rivelato un vecchio
imbecille del genere più classico, perdendo la testa per una ragazza.
E la cosa più
grandiosa al riguardo? Erano stati loro stessi la causa del proprio dispiacere.
Io ho detto soltanto la verità e ho lasciato che la loro indole facesse il
resto. Avidità, odio, gelosia – tutte le emozioni che corrompono con cui Odino mi aveva infettato – si sono ritorti contro di loro.
Credetemi, è stato bello.
Ma quello è stato
soltanto l’inizio. Un antipasto, se volete. Io volevo averli tutti ai miei
piedi un giorno, a chiedere aiuto, così avrei potuto cacciarli via con un
calcio e ridere mentre crollavano... Tuttavia, ogni cosa a suo tempo, mi sono
detto. Ci vogliono più di un paio di pietre per abbattere una fortezza nemica.
E avevo tutto il tempo dei Mondi per mettere il Vecchio in ginocchio. Ho deciso
di stare sul sicuro per un po’, tentare di fingere di essere uno della
compagnia finché si fosse presentata un’altra opportunità. Quanto a Odino,
gliel’avevo fatta pagare per Brokk e il punteruolo, e adesso lui immaginava che
fossimo pari.
Ma, con il passare
del tempo, mi sono accorto che la faccenda con Freyja lo aveva cambiato. Si è fatto
via via più lunatico e introverso. Gli era sempre piaciuto viaggiare, ma adesso
lasciava Asgard più spesso che mai, solo, a parte Sleipnir, il suo cavallo, e
spesso per settimane e mesi di seguito. Nessuno sapeva dove andasse durante
quelle lunghe assenze, ma io sapevo che prediligeva i Mondi di Mezzo, e
soprattutto l’Interno, dove camminava inosservato e in incognito e il Popolo
raccontava ogni genere di storie su di lui.
È vero, la maggior
parte le diffondeva lui stesso, facendosi passare per un cantastorie ambulante,
ma gli piacevano comunque, e apprezzava il modo in cui il Popolo esprimeva la
propria devozione. Ciò che apprezzava di meno era il fatto che Thor era di gran
lunga più famoso, almeno presso il Popolo. Sospetto possa esserci stato un po’
di attrito fra padre e figlio: la forza fisica di Thor forniva un’eccellente
protezione per Asgard, ma in segreto Odino si rammaricava che loro due fossero
tanto diversi. Quanto al figlio più giovane, Balder... be’, Frigg lo adorava,
ma Odino... be’... Basti dire che ogni volta che Balder era nei paraggi Odino
trovava sempre una scusa per essere da qualche altra parte.
Posso capire perché.
C’era un lato oscuro in Odino, un lato oscuro che solo io capivo, e vedevo come
lo logorava, divorandolo da dentro. Però, amici, questo è il prezzo della
divinità. Salvaguardare l’Ordine non è facile, specialmente in un mondo in cui
il Caos combatte sempre per riconquistare il controllo. Il piccolo mondo dell’Interno,
in qualche modo, dava conforto al Vecchio; ecco perché ci andava tanto spesso,
anche se si avventurava pure fin nei regni della Gente delle Rocce e della Gente
dei Ghiacci, sempre in segreto e sotto mentite spoglie, non raccontando a
nessuno dove andava, nemmeno a Frigg, nemmeno a me.
(…)
Traduzione
di Laura Grandi
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