Claude Manet - Cesto di Mele
da Nel giardino del
diavolo - Stewart Lee Allen
(…)
MENU DELLA LUSSURIA
APÉRITIF
Cioccolata blu
(Ricetta a p. 44)
SALADE
Salade de jardin
Insalata di mele
dell’Eden con foglie di fico condita con vinaigrette paradiso
ENTRÉE
Fruits des hommes
Cetriolo di mare in
bianco con maionese sambiana
PLAT PRINCIPAL
Pâtes au mon petit chou
Linguine fatte in
casa con salsa di pomi dell’amore e basilico insolente
DESSERT
Chocolat du Barry
Torta Luigi XV
ricoperta di panna montata. Da mangiare con la mano sinistra
Il liquore dei tre
peni sarà servito in biblioteca
Il primo morso
Lasciammo il
monastero che era ancora buio. Le prime luci dell’alba filtravano nel cielo
plumbeo rigato di pioggia gelida. Onde oceaniche si infrangevano sulla
scogliera sotto di noi. Più avanti, sulla sinistra, si stagliava il profilo
solitario del Monte Athos.
“Che Natale” bofonchiai
quando trovammo finalmente riparo in una grotta. Porsi a George un biscotto
umidiccio. “Oggi è il venticinque, vero?” gli chiesi. George era un greco che
avevo incontrato in un monastero gestito da un monaco particolarmente
scorbutico.
“Sì, ma non augurare
Buon Natale a nessuno! Sul Monte Athos il Natale si celebra a gennaio, e i
monaci si seccano molto se qualcuno gli ricorda che il resto del mondo lo festeggia
nel giorno sbagliato.”
Il Monte Athos si
erge per circa duemila metri sulla punta di una penisola, quasi al confine tra
Grecia e Turchia. Circondato su tre lati dal Mar Egeo e da foreste
inaccessibili sul quarto, è patrimonio della chiesa greco-ortodossa, che ha
evitato qualsiasi influenza straniera o moderna fin dall’XI secolo. Posti di
blocco militari controllano tutti i turisti. Gli stranieri di sesso maschile
sono ammessi secondo regole rigidissime, mentre nessun essere di sesso
femminile, umano o animale, ha messo piede sulla montagna da mille anni a
questa parte. Gli unici abitanti sono i monaci, che vivono in monasteri
abbarbicati sulle rocce a picco sul mare, esattamente come i loro predecessori
secoli prima. Non c’è elettricità, né strade, né macchine. I cibi non
menzionati nelle Sacre Scritture sono vietati. Perfino il tempo è diverso sul
Monte Athos, poiché i monaci seguono l’antico calendario giuliano, che fa
cadere la nascita di Cristo a metà gennaio. A parte l’agricoltura, che è ancora
praticata a mano, le principali attività sono il canto, la preghiera e la
creazione di manoscritti illuminati.
È un angolo
perfettamente conservato di Europa medievale, il luogo ideale per capire come
sia spuntata la mela nel Paradiso terrestre. Il Vecchio Testamento non rivela
l’esatta
identità del frutto
della conoscenza proibita, perciò rimane un mistero come la mela sia stata
associata al frutto del male. Io e George stavamo cercando di raggiungere un
monastero dall’altra parte dell’isola dove, a quanto pareva, abitava un monaco
che aveva idee precise al riguardo.
Dopo colazione
continuammo a percorrere il sentiero lungo la scogliera, quindi facemmo rotta
verso il monte. La pioggia iniziale si trasformò in neve e presto ci ritrovammo
a procedere in un paesaggio che sembrava ricoperto di argenteo ermellino. Qua e
là cespugli d’agrifoglio ricoperti di neve illuminavano gli alberi spogli. Era
come trovarsi in un racconto di Natale, così perfetto, nitido e pulito, un
Natale primigenio, anteriore al peccato originale. Ma con il passare del tempo
la nevicata si trasformò in una vera e propria tormenta. Il sentiero scomparve,
poi gli alberi e quindi la montagna. Riuscivo solo a distinguere un turbinio di
fiocchi di neve, che a loro volta sparirono in un vuoto surreale, poiché i miei
occhiali erano coperti da uno spesso strato di ghiaccio. La neve ci arrivava alle
ginocchia. Improvvisamente andai a sbattere contro un ostacolo. Era George;
sembrava graffiarsi il volto e urlava. Mi ci volle un po’ per capire che gli
occhi gli si erano appiccicati per il gelo.
(…)
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