2 agosto 2018

da “Sotto le ciglia chissà” - Fabrizio De Anrè

Vincent van Gogh - Il vigneto verde
da “Sotto le ciglia chissà” - Fabrizio De Anrè

Due persone vivono in due diversi ambienti di campagna (uno in Piemonte, l’altro in Sardegna): ognuno scrive all’altro descrivendo la propria campagna e ognuno dei due si incazza per le differenze polari sentendosi preso per il culo: per andare d’accordo ambedue dovrebbero lasciare la propria campagna per recarsi in quella dell’altro: ma la cosa migliore è credere nei reciproci racconti, acquisendo nuova cultura senza prendere alcun traghetto.
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E dopo aver parlato
di donne, parenti, malattie
e canzoni, col mio amico
di Napoli c’era ancora da
fare, per esempio pescare.
E dopo aver parlato
di questo e di quello
persino di cosa mangiare
per poter risparmiare
col mio amico di Genova
c’era ancora da fare,
acqua da navigare.
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Certe volte, la maggior parte delle volte, tutte le volte, per quanto mi riguarda, il raggiungimento dell’obiettivo è inconciliabile con una data di consegna: l’obiettivo, quello che a me sembra essere il bello, non è conseguibile a priori perché a priori non è ottenibile. È un libero cercare una parola leggera che dica tutto col peso di niente e che ci sembri vera.
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Non mi è mai successo di produrre ai ritmi di una gallina ovaiola e farò di tutto perché ciò continui a non accadere.
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Scrivere comporta tempo, anche per le chiacchiere di un concerto. Ma è meglio non scrivere una frase intera piuttosto che togliere una sola parola che dia il senso ad una frase.

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