1 agosto 2018

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban - Joanne Kathleen Rowling

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban - Joanne Kathleen Rowling

Capitolo 6
Artigli e foglie di tè

Quando Harry, Ron e Hermione entrarono nella Sala Grande per la colazione, la mattina dopo, la prima cosa che videro fu Draco Malfoy impegnato a intrattenere un folto gruppo di
Serpeverde con una storia molto divertente. Mentre passavano, Malfoy siesibì in una ridi
cola imitazione di uno svenimento che fece scoppiare tutti a ridere.
«Ignoralo» disse Hermione, che era appena dietro Harry, «ignoralo e basta, non ne vale la pena...»
«Ehi, Potter!» strillò Pansy Parkinson, una ragazza di Serpeverde con la faccia da carlino. «Potter! Stanno arrivando i Dissennatori. Potter! Uuuuuu!»
Harry si lasciò cadere su una sedia al tavolo dei Grifondoro, accanto a George Weasley.
«I nuovi orari del terzo anno» disse George, passando dei fogli. «Che cosa ti succede, Harry?»
«Malfoy» disse Ron, sedendosi dall'altro lato di George e lanciando un'occhiata al tavolo
dei Serpeverde.
George alzò gli occhi giusto in tempo per vedere Malfoy che fingeva un'altra volta di svenire.
«Quel piccolo idiota» disse tranquillamente. «Non era così tronfio ieri sera quando i Dissennatori sono saliti sul treno. È entrato di corsa nel nostro scompartimento, vero, Fred?»
«Quasi se la faceva addosso» disse Fred, scoccando a Malfoy uno sguardo sprezzante.
«Non ero tanto contento nemmeno io» disse George. «Sono tremendi, questi Dissennatori...»
«È come se ti ghiacciassero dentro, vero?» aggiunse Fred.
«Però voi non siete svenuti» disse Harry a voce bassa.
«Lascia perdere, Harry» lo esortò George. «Papà è dovuto andare ad Azkaban una volta, ti ricordi, Fred? E ha detto che è il posto peggiore in cui sia mai stato. È tornato che era tutto un tremito... è come se portassero via la felicità, i Dissennatori. Quasi tutti i prigionieri impazziscono là dentro».
«Comunque, vedremo come riderà Malfoy dopo la prima partita a Quidditch» disse Fred. «Grifondoro contro Serpeverde, il primo incontro della stagione, ti ricordi?»
L'unica volta che Harry e Malfoy si erano trovati di fronte in una partita a Quidditch, Malfoy ne era uscito decisamente malconcio. Un po' rincuorato, Harry si servì di salsicce e pomodori fritti.
Hermione stava studiando l'orario.
«Oh bene, oggi cominciamo le nuove materie» disse allegramente.
«Hermione» disse Ron accigliato, guardando sopra la sua spalla, «hanno fatto un pasticcio col tuo orario. Guarda, ti hanno iscritto a dieci materie al giorno. Non c'è abbastanza tempo».
«Ce la farò. Ho deciso tutto insieme alla McGranitt».
«Ma guarda» esclamò Ron ridendo, «hai visto stamattina cosa ti tocca? Alle nove, Divinazione. E lì sotto, allenove, Babbanologia. E...» Ron av-vicinò il foglio, incredulo, «guarda... sotto, Aritmanzia, alle nove. Voglio dire, lo so che sei brava, Hermione, ma nessuno è così bravo. Come fai a seguire tre lezioni contemporaneamente?»
«Non essere sciocco» disse Hermionesecca. «Certo che non seguirò tre lezioni contemporaneamente».
«E allora...»
«Passami la marmellata» tagliò corto Hermione.
«Ma...»
«Oh, Ron, che cosa t'importa se il mio orario è un po' affollato?» scattò Hermione. «Te l'ho detto, ho deciso tutto con la McGranitt».
In quel momento Hagrid entrò nella Sala Grande. Indossava il suo lungo cappotto di talpa e in una delle manone teneva una moffetta morta che faceva dondolare distrattamente.
«Tutto bene?» disse allegramente, fermandosi al tavolo dei Grifondoro.
«La mia prima lezione! Subito dopo pranzo! Sono in piedi dalle cinque che preparo tutto... spero che va tutto bene... io, insegnante... davvero...»
Fece un gran sorriso ai tre e si diresse al tavolo dei professori, senza smettere di far dondolare la moffetta.
«Chissà che cos'ha preparato» disse Ron, con una nota d'ansia nella voce.
La sala cominciava a svuotarsi mentre i ragazzi si avviavano alla prima lezione; Ron consultò il suo orario.
«Meglio andare, guardate, Divinazione è in cima alla Torre Nord, ci vogliono dieci minuti per arrivarci...»
Finirono in fretta la colazione, salutarono Fred e George e riattraversarono la sala. Mentre passavano accanto al tavolo dei Serpeverde, Malfoy fece ancora finta di svenire. Le risate seguirono Harry fino all'ingresso.
Il viaggio fino alla Torre Nord fu lungo. In due anni a Hogwarts non avevano ancora imparato tutto sul castello, e non erano mai stati nella Torre Nord prima d'allora.
«Ci-deve-pur-essere-una-scorciatoia» disse Ron sbuffando mentre salivano la settima rampa di scale e approdavano su un pianerottolo sconosciuto, dove non c'era altro che un grande dipinto di una striscia d'erba appeso al muro di pietra.
«Credo che sia da questa parte» disse Hermione, dando un'occhiata al corridoio vuoto sulla destra.
«Non è possibile» disse Ron. «Da quella parte c'è il sud, si vede un pezzetto di lago dalla finestra...»
Harry stava guardando il quadro. Un grasso pony pomellato grigio si era appena fatto avanti e ora brucava con aria noncurante. Harry era abituato al fatto che i soggetti dei qua
dri di Hogwarts si muovessero e uscissero dalle cornici per farsi visita, ma osservarli era sempre un divertimento. Un attimo dopo, un basso, tozzo cavaliere in armatura entrò nel quadro sferragliando, all'inseguimento del pony. A giudicare dalle macchie d'erba sulle ginocchiere di metallo, era appena caduto.
«Aha!» urlò, vedendo Harry, Ron e Hermione. «Che razza di villanzoni sono costoro che osano invadere le mie terre! Siete forse venuti a burlarvi di me? Via di qui, canaglie, cani!»

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