14 ottobre 2018

Aiace Telamonio – Enzo Montano

Apollonio di Atene - Torso del Belvedere, 1° secolo a.C., altezza 159 cm. Musei Vaticani. Città del Vaticano
Aiace Telamonio – Enzo Montano

Forte e leale, dicono,
ma qual’é l’utilità del giusto?
Volevo sempre il centro dei clangori
dove è forte il puzzo del sangue
tra lame, archi, scudi e lance
che cozzano e trafiggono.
Mai mi hanno fermato fuoco
polvere e l’odore della morte,
mai ho temuto gli dei vendicativi.
Io mi unii alla grande flotta.
Amicizia e amore per la patria
mi spinsero sotto le mura di Ilio.

Ciclone nelle schiere troiane
se disarmato mi bastarono le pietre.
Aiace Telamonio è la rocca degli Achei
dicevano. Falsi. Ipocriti. Irriconoscenti.
Mi negano le armi di mio cugino,
mi beffa Ulisse con un suo raggiro.
Che vendetta sia, che paghi
il truffatore ed i suoi infidi accoliti.
Ma ecco Atena la balia del farabutto
“Che Aiace Telamonio diventi pazzo”
E la pazzia fu padrona del mio cervello.

Nell’allucinazione ho sterminato
pecore vitelli e capre belanti.
Ridevano forse i valorosi eroi di Grecia?
Mi canzonava l’austera dea?
Sì. Non fu pietà il rinsavimento
ma commiserazione e
crudele accanimento.

Aiace Telamonio
terrore di eroi troiani,
guerriero leale temuto e rispettato
da ogni sorta di nemico
trasformato in macellaio di poveri animali.
Ecco allora la lama della spada
ricordo della stima del grande Ettore.
Dolce è la sua carezza
mentre uccide la vergogna.

Aiace Telamonio è nel catalogo del Cieco
e forse un blocco di marmo senza testa né braccia
ma capace di attraversare i millenni.

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